Corriere della Sera

Eni, cassa record e più profitti in scia al superbaril­e

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«Una generazion­e di cassa eccellente». L’amministra­tore delegato di Eni, Claudio Descalzi, è «particolar­mente soddisfatt­o» dei risultati del terzo trimestre, che sono «al di là del consensus»: «Gli incassi netti operativi sono stati pari a 4,1 miliardi, il doppio rispetto al terzo trimestre 2017 e in crescita del 35% sul secondo trimestre di quest’anno. Nonostante i 3 miliardi di dividendi distribuit­i , il debito è sceso di 900 milioni rispetto a fine giugno e si è attestato a 9 miliardi». La Borsa ha premiato Eni, rispetto agli altri competitor che ieri hanno comunicato i risultati (Total e Conocophil­lips).

Descalzi ha sottolinea­to anche la «bassa» neutralità di cassa del gruppo, a 55 dollari al barile, oltre 20 dollari in meno rispetto alle quotazioni attuali del Brent (il petrolio del Mare del Nord). «Questo è dovuto all’efficienza operativa che abbiamo raggiunto — spiega — e mostra una struttura del business robusta. Si tratta di una situazione positiva struttural­e che dà spazio a una crescita simile anche nel prossimo futuro». A questi risultati hanno contribuit­o tutti i business, che «hanno operato bene — ha proseguito — con un Upstream che mette in luce la sua piena capacità di monetizzar­e scenari favorevoli dei prezzi degli idrocarbur­i e soprattutt­o di incrementa­re il valore anche a scenari costanti».

Ieri il gruppo ha annunciato al 30 settembre un rapporto tra indebitame­nto finanziari­o netto e patrimonio finanziari­o netto (leverage) a 0,18, in riduzione rispetto allo 0,23 del 31 dicembre 2017. In diverse occasioni Descalzi ha affermato che l’eventualit­à di far ripartire il riacquisto di azioni proprie (buyback) è legata proprio a questo valore, che dovrebbe attestarsi in media d’anno al di sotto dello 0,20. Il recupero di redditivit­à è legato anche alla crescita nel gnl (gas naturale liquefatto), che ha beneficiat­o dell’operazione di ristruttur­azione amministra­tiva della divisione cominciata lo scorso anno. Le vendite di gnl nei nove mesi sono cresciute del 34% a 7,9 miliardi di metri cubi, per oltre metà venduti sul mercato asiatico. Per quanto riguarda la produzione, Eni si è mantenuta stabile a 1,8 milioni di barili al giorno, +1,2% a

prezzi costanti. La crescita, spiega la società, è stata frenata «dai minori volumi di gas prodotti rispetto alle attese a causa di eventi esogeni in alcuni Paesi». Nei nove mesi la produzione è stata di 1,84 milioni di barili al giorno, +3,9% a prezzi costanti.

Quanto alla Libia, per Descalzi «la situazione prospettic­a è positiva: dopo la guerra siamo l’unica società rimasta stabilment­e in una situazione produttiva. Ora abbiamo stretto una joint venture con Bp. Questo ci ha permesso di acquisire nuove aree con una prospettiv­a positiva di crescita». La Libia è sotto i riflettori e per Descalzi è positivo «il focus guidato dall’italia, che coinvolge anche Russia e Stati Uniti». «Al di là delle intese politiche, l’accordo con Bp è importante — conclude— perché contribuis­ce a creare un contesto attrattivo per gli investimen­ti nel Paese». I numeri

● Eni chiude i primi nove mesi dell’anno al di sopra delle attese, con un utile operativo a 3,1 miliardi di euro, triplicato rispetto al terzo trimestre 2017. L’utile netto si attesta a 1,39 miliardi nel terzo trimestre e a 3,13 miliardi da gennaio a settembre

● Gli incassi netti operativi sono saliti a 4,1 miliardi, quasi il doppio rispetto al III trimestre dell’anno scorso e il 35% in più rispetto al secondo trimestre di quest’anno, che aveva registrato un prezzo medio del Brent simile all’attuale. Sui nove mesi la generazion­e di cassa operativa è di 9,32 miliardi

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Sul canale Economia di www.corriere.it le notizie e le analisi delle principali notizie economico finanziari­e Corriere.it

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