Il via di Milano fa sognare Il rischio ora è la normalità
Il rischio adesso è pensare che tutto sia scontato. Che vincere sia la normalità. Che infilare otto successi su nove partite, e la nona è una sconfitta al fotofinish con il Real Madrid campione d’europa, autorizzi a considerare l’ingresso nei playoff di Eurolega un dovere, mentre lo scudetto, be’, quello nemmeno può essere in discussione. Non sarà così, è chiaro, ma un avvio di stagione così positivo forse non se l’aspettavano neppure in casa Olimpia. Trionfo in Supercoppa (con 16,5 punti di scarto medi), primo posto in campionato (i punti di scarto stavolta sono 15,7) e quarto in Eurolega (e qui brilla il +24 nella tana dell’olympiacos, la vittoria esterna più larga in Eurolega del club biancorosso): Simone Pianigiani può essere ben soddisfatto (anche se non lo ammetterebbe mai) della piega che la squadra sta dando al proprio gioco. Alla difesa, prima di tutto: se fenomeni come Llull, Spanoulis, Shved vengono contenuti su percentuali imbarazzanti per i loro standard, il merito è di un gruppo dove persino il professor Micov, non esattamente un difensore, riesce a fare la differenza a gambe piegate. Al gioco d’attacco, con quel banale passaggio consegnato che apre scenari inaspettati per una squadra che tira con ottime medie e che ha scoperto che pure i lunghi possono essere serviti. Il talento stavolta non manca: Nedovic (che pure con il Khimki non c’era) ha portato a Milano il suo eurostep alla Ginobili, James la fantasia di un playmaker che nella sua pur breve avventura Nba giocava in quintetto nei Phoenix Suns, e qualcosa vorrà dire. Arriveranno tempi difficili, è inevitabile, ma la vittoria con 3 tiri liberi a 3’’ dal termine è un segno. Il rischio è pensare che tutto diventi scontato. Ma rispetto alle sofferenze passate, per Milano è un gran bel rischio.