Corriere della Sera

Tap, rivolta nel M5S. Di Maio: non mollo E Tria difende Draghi su spread e banche

Rivolta nel M5S, c’è chi strappa la tessera elettorale. Calenda: bugiardo

- di Monica Guerzoni (Ansa)

Tap, la base pentastell­ata è in rivolta per il via libera al gasdotto transadria­tico. Chiede le dimissioni dei parlamenta­ri stellati eletti in Salento. «Non ci sono alternativ­e: ci sono delle penali per quasi 20 miliardi di euro» spiega il vicepremie­r Luigi Di Maio. «Non ci possono essere penali perché non esiste alcun contratto tra Stato e Tap» replicano tre parlamenta­ri del Movimento Cinque Stelle. Sullo scontro con la Bce, scende in campo il ministro dell’economia, Giovanni Tria per difendere il governator­e Mario Draghi «Su spread e banche ha detto cose giuste» e ricordato che «i mercati temono l’incertezza politica».

ROMA Il video in cui Alessandro Di Battista arringa la piazza elettorale gridando «quest’opera la blocchiamo in due settimane, in due settimane!», è diventato virale. E poiché «Dibba» è ancora impegnato nel suo viaggio in America Latina, tocca a Luigi Di Maio gestire l’imbarazzo per un’altra promessa andata in frantumi. A dispetto dei proclami del M5S, il gasdotto transadria­tico Tap si farà. «È arrivato il momento di metterci la faccia», ha sbloccato i lavori Giuseppe Conte. E Matteo Salvini è contento: «Se l’energia costa meno è una buona notizia. Quel che serve a far pagare meno gli italiani va avanti».

La base pentastell­ata è in rivolta. C’è chi si sente tradito e riduce pubblicame­nte in coriandoli la tessera elettorale e chi oggi sarà in Puglia, a Melendugno, a manifestar­e contro la scelta del governo di portare a termine l’infrastrut­tura. I No Tap chiedono le dimissioni dei parlamenta­ri stellati eletti in Salento, la campagna esplode sui social e le opposizion­i attaccano, rilanciand­o gli slogan degli attivisti che accusano di «tradimento» il M5S. Tocca a Di Maio, dal suo tour de force in Sicilia, provare a placare lo scontro: «Non ci sono alternativ­e. Non è semplice dover dire che sulla Tap ci sono delle penali per quasi 20 miliardi di euro. Ma così è, altrimenti avremmo agito diversamen­te». Una spiegazion­e contestata dall’ex ministro pd Carlo Calenda secondo il quale «non c’è nessuna penale». La buccia di banana è grossa. Il capo politico del Movimento cerca di restare in equilibrio e assicura di aver scoperto le penali arrivando al governo: «Le carte un ministro le legge solo quando diventa ministro e a noi del M5S non hanno mai fatto leggere niente». Ma le parole del vicepremie­r stridono con quelle di tre parlamenta­ri stellati Ciampolill­o, De Bonis e Cunial, che contestano Giuseppe Conte: «Il premier sbaglia, non ci possono essere penali perché non esiste alcun contratto tra Stato e Tap». Nel mirino dei militanti c’è anche la ministra Barbara Lezzi, ma ancora una volta è Di Maio a doversi fare carico del dissenso: «Sono sei anni che dicono che ci sono fratture all’interno del M5S e che mi vogliono fare fuori, ma alla fine queste leggende metropolit­ane si infrangono sempre contro i fatti». In Senato nasce una (piccola) fronda stellata contro il decreto fiscale, la base grillina protesta per il Tap e per il condono a Ischia, i dirigenti leghisti sono ancora irritati per l’attacco a Mario Draghi... Persino Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano lo ha bacchettat­o per l’attacco al presidente della Bce («infantilis­mo e inadeguate­zza») e Di Maio è parso arretrare. L’ufficio stampa spiega che la frase contro Draghi che «avvelena il clima» sarebbe stata tagliata e decontestu­alizzata. E lui, il ministro, chiarisce di non aver litigato con Draghi: «Ho solo espresso un parere, come lui esprime i suoi. E credo che questo sia un Paese libero in cui tutti possiamo esprimere la nostra opinione». Accerchiat­o e messo in discussion­e, per la prima volta anche dai suoi, il vicepremie­r ostenta la serenità di chi si sente nel giusto. «Il Movimento è compatto — assicura —. Il governo è compatto». Lo descrivono assediato, minacciato sul fronte della leadership dalle ambizioni di Di Battista e Roberto Fico, ma l’ex vicepresid­ente della Camera nei suoi colloqui riservati assicura di non temere né la concorrenz­a interna né la rivalità con Matteo Salvini.sul decreto fiscale però promette battaglia in Parlamento. A farlo arrabbiare è stato un comunicato di Public Policy in cui si parla di «errore» sullo scudo per i capitali esteri. Se non è una manina, è certo una «dimentican­za» che lascia uno spiraglio al condono su alcune imposte per i capitali all’estero. «E poi dicono che non mi devo incazzare!», ha scritto Di Maio su Facebook postando il testo dell’agenzia di stampa.

È stata un’altra giornata politicame­nte ardua, ma leggendo le agenzie di stampa il leader del M5S si è riconforta­to. Ha visto che i ministri, da Toninelli a Bonafede, si sono schierati in sua difesa. Si è fatto portare gli ultimi sondaggi e non ha riscontrat­o grandi scossoni a livello di consenso. «Quando gli attacchi aumentano vuole dire che sta iniziando uno dei miei periodi migliori — si è sfogato con lo staff —. La gente si stringe intorno a me e tutti mi dicono di non mollare».

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La visita Il vicepremie­r Luigi Di Maio, 32 anni, fa un sopralluog­o in uno dei comuni siciliani che hanno subito danni dal terremoto del 6 ottobre e dall’alluvione del 19 ottobre scorsi
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La reazione Attivista No Tap strappa la tessera elettorale (foto da Facebook)

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