Corriere della Sera

L’ARTE DI MENTIRE. MA SINCERAMEN­TE

- di Aldo Grasso

Èsempre stato difficile distinguer­e il vero dal falso, fin dai tempi del «Teeteto» di Platone. Ma ora, grazie ai social, è diventato un problema serio anche per le istituzion­i (per questo, forse, alla presidenza della Rai è stato chiamato Marcello Foa, autore di «Gli stregoni della notizia», un libro sulla manipolazi­one delle notizie, scritto però da uno che indulge volentieri al complottis­mo). È successo questo. L’account ufficiale del Mise (ministero dell’industria e dello Sviluppo economico) ha ritwittato un profilo parodico di Luigi Di Maio in cui si inneggiava al condono fiscale e al condono delle case abusive a Ischia. Il re-tweet è rimasto per un po’ sul profilo, poi qualcuno si è accorto dell’errore e l’ha rimosso. Il social media manager di Matteo Salvini, Luca Morisi, ha condiviso sul suo profilo Twitter un post scritto da Armando Schiaffini, che giustifica­va gli assassini della giovane Desirée Mariottini (messaggio non vero e provocator­io scritto apposta per sobillare gli animi). Insomma, sia Palazzo Chigi che il Viminale (più indirettam­ente), hanno propagato fake news, notizie non vere. Nello staff di Salvini e Morisi ci lavora anche il figlio di Foa.

Errori possono succedere a chiunque. Ma in politica essere in «buona fede» significa non pensare, o pensare male (secondo la logica andreottia­na). Mentono, ma con sincerità.

Fake I re-tweet di siti istituzion­ali che propagano fake news

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