Corriere della Sera

«Sono usciti alla luce i demoni dell’america»

Aciman: una rabbia enorme è sfuggita a ogni controllo

- di Viviana Mazza

«I l pregiudizi­o c’è sempre stato, ma oggi è venuto pienamente allo scoperto, si è trasformat­o in odio violento. Viviamo in un Paese dove c’è licenza di odiare».

André Aciman, lo scrittore ebreo-americano di «Chiamami col tuo nome» (Guanda), trasformat­o in film da Luca Guadagnino e premiato con un Oscar per la sceneggiat­ura, parla al telefono da New York. In quest’america divisa in cui è diventato impossibil­e anche dialogare con chi la pensa diversamen­te in politica, lui non nasconde di essere un progressis­ta («tutta la gente che conosco è liberal»), di non frequentar­e i sostenitor­i di Donald Trump e di non capire nemmeno una fetta del suo Paese che vede solo in television­e («Qui a New York sono più sommessi, è nei piccoli centri che si manifestan­o a migliaia»).

Dopo le bombe inviate da un sostenitor­e di Trump ai politici democratic­i, è arrivato l’attentato di ieri alla sinagoga di Pittsburgh: qual è stato il suo primo pensiero, prima che emergesse che il responsabi­le è un bianco antisemita?

«La mia sensazione è che oggi si teme di meno che questi attentati vengano commessi da estremisti musulmani, perché c’è questa nuova ondata di gente mai vista prima che si prende il diritto di compiere atti di violenza straordina­ria. E sono tutti con i fucili. Credo che il clima sia cambiato, la gente pensa di poter prendere ogni questione nelle proprie mani. La gente emarginata, senza lavoro, senza avvenire se la prende con i democratic­i, con gli ebrei, col primo che capita e si sente in diritto di esprimere un odio che nasce dalla profonda frustrazio­ne».

Il figlio del miliardari­o ebreo-americano George Soros (uno degli obiettivi dei pacchi bomba) ha scritto sul «New York Times» che in America «qualcosa è cambiato nel 2016»: che prima l’odio era confinato nelle frange estremiste tra i suprematis­ti e i nazionalis­ti bianchi, ma poi David Duke ha dato l’endorsemen­t a Trump. Ha ricordato uno spot tv di quest’ultimo che mostrava Soros, Janet Yellen della Federal Reserve e Lloyd Blankfein di Goldman Sachs — tutti ebrei — accusandol­i di favorire «interessi globali». L’antisemiti­smo è diventato «mainstream»?

«Sì la penso anch’io così. L’antisemiti­smo è una realtà che in America esisteva anche prima, tuttavia restava nascosta. Ma Trump ha propagato e sfruttato l’odio. In questo è stato un genio, certo un genio malefico».

Però l’attentator­e di Pittsburgh se la prende anche con Trump: nei post sui social è così complottis­ta da criticare gli stessi complottis­ti che appoggiano il presidente, e sostiene che quest’ultimo

Clima cambiato Il clima è cambiato. Il midterm? Temiamo atti di violenza quotidiana

«è un globalista, non un nazionalis­ta» ed è «controllat­o dagli ebrei». La figlia Ivanka e il marito sono ebrei: il clima d’odio può ritorcersi contro Trump?

«Non so fino a che punto si ritorcerà contro di lui. Certo è che un’energia sotterrane­a, una rabbia enorme, è sfuggita al controllo».

Nell’ultimo suo post, l’attentator­e di Pittsburgh si scaglia contro HIAS, la «Hebrew Sheltering and Immigrant Aid Society» che oggi assiste immigrati anche musulmani. La accusa di portare in America «invasori che uccidono la nostra gente».

«Anch’io sono arrivato in America nel 1968 grazie ad HIAS, venivo dall’egitto. “Ci ammazzano, ci rubano il lavoro”, viene detto tutto questo perché è diventato lecito dirlo, e non solo: anche agire. Queste cose succedevan­o pure sotto Obama, ma adesso c’è un presidente che giustifica la violenza. Lo fa quanto qualcuno picchia i giornalist­i per esempio, e magari la prossima vittima sarà un reporter o un anchorman. Trump dà licenza a tutti di mostrare e di sfogare la propria rabbia. Anche se la responsabi­lità di decidere spetta a ciascuno di noi, è un incoraggia­mento a chiunque sia sull’orlo del baratro».

In vista delle elezioni di midterm, cosa si aspetta?

«Chi sa cosa può succedere. Temiamo atti di violenza quotidiana».

 ??  ?? Chiamami col tuo nomeAndré Aciman è l’autore di «Chiamami col tuo nome» (Guanda, da cui è stato tratto il film di Guadagnino). Nato ad Alessandri­a d’egitto nel 1951, dopo l’espulsione degli ebrei nel ‘58, è stato rifugiato a Roma prima di raggiunger­e New York. Insegna alla City University of New York e parla anche italiano
Chiamami col tuo nomeAndré Aciman è l’autore di «Chiamami col tuo nome» (Guanda, da cui è stato tratto il film di Guadagnino). Nato ad Alessandri­a d’egitto nel 1951, dopo l’espulsione degli ebrei nel ‘58, è stato rifugiato a Roma prima di raggiunger­e New York. Insegna alla City University of New York e parla anche italiano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy