La protesta organizzata da sei donne: «Torneremo presto»
Sono professioniste e madri, si conoscevano appena. L’iniziativa nata sui social dopo l’ennesima morte in scooter
La prima volta che hanno pensato «adesso basta» è stata a maggio, dopo l’ennesimo incidente mortale di una giovanissima in motorino per colpa di una buca. Fino ad allora le sei donne che hanno sfidato Virginia Raggi si conoscevano poco. «È stato positivo — racconta Roberta Bernabei, storica dell’arte e guida turistica (divorziata, due figli) che vive all’esquilino — così abbiamo visto le cose da più punti di vista». E per mesi si sono radunate nelle varie case. Francesca Barzini (giornalista, figlia di Luigi Barzini jr, tre figli), che abita in centro, è stata la più convinta «a scendere in piazza». Adesso è determinata «a proseguire. Ci rivedremo alla fine di novembre, il gruppo continuerà a lavorare». La più giovane è Martina Cardelli (tre figli): anche lei casa in centro, è editor in una casa editrice. «Eravamo avvilite per quanto stava succedendo a Roma», confida. Le altre tre sono «professioniste dell’impegno». Emma Amiconi (separata, un compagno e una figlia) da sempre in prima linea nei movimenti civici — è stata tra le fondatrici di «Cittadinanzattiva» e di «Piazza Vittorio Partecipata» — vive all’esquilino ed è portavoce di questo movimento nato sui social: «Non vogliamo che quello di ieri sia un exploit e basta — dice —. Ora contiamo di lavorare sulle proposte ricevute». Valeria Grilli (sposata con Guido Carandini), vive al Ghetto ed è un’architetta paesaggista a lungo presidente del Fai Lazio. È lei che ha coordinato i volontari: «Vogliamo rappresentare le istanze della gente comune». Tatiana Campioni, anima di «Se non ora, quando?», oggi è assessore del I Municipio. Ingegnere, due figli, è stata la responsabile del restauro di Santa Maria della Scala a Siena: «Ci abbiamo messo la faccia, ma abbiamo colto il desiderio dei romani e delle romane di uscire dal silenzio».