«Si rifletta sul voto delle donne al Sinodo»
CITTÀ DEL VATICANO Più di duecentosessanta padri sinodali, una settantina tra esperti e uditori e solo sette suore, senza diritto di voto. Eminenza, com’è possibile che la Chiesa, mentre si interroga sul futuro, ignori o quasi la metà di se stessa?
«In questo Sinodo il tema è stato molto più presente che in passato. E la questione del ruolo delle donne e del loro voto è sul tavolo, sì…». Il cardinale Christoph Schönborn, grande teologo domenicano e arcivescovo di Vienna, si guarda intorno nell’ultimo giorno del Sinodo sui giovani. Ieri sera è stato approvato il documento finale. Francesco ha invitato a difendere la Chiesa dalle «persecuzioni» diaboliche: «Siamo tutti peccatori ma la Chiesa, nostra madre, è santa. È un momento difficile perché l’accusatore tramite noi attacca la madre e la madre non si tocca. Questo è il momento di difendere la madre, con la preghiera e la penitenza». Il punto più controverso del testo (numero 150: 178 sì, 65 no) è quello sulla sessualità, nel quale si «rinnova l’impegno della Chiesa contro ogni discriminazione e violenza» e si «raccomanda di favorire» i «cammini già esistenti di accompagnamento nella fede di persone omosessuali». Nel documento si dice anche che i giovani «chiedono con grande forza» che le donne abbiano più spazio. Spiega Schönborn: «Molti hanno parlato della necessità di una conversione culturale. La Chiesa ne ha bisogno».
Serve una conversione culturale in senso globale La Chiesa ne ha bisogno, il tema del loro ruolo e del voto è sul tavolo
Molti ruoli importanti sono tenuti da donne, la questione non è il genere ma la competenza C’è spazio per una riflessione
Che si può fare?
«Lo hanno detto in tanti: dev’essere fatto tutto ciò che già oggi è possibile perché le donne partecipino al processo decisionale nella Chiesa».
C’è stata anche una petizione in Rete: perché i superiori degli ordini maschili votano anche quando non sono preti, e le superiore di quelli femminili no?
«Il Sinodo è stato concepito da Paolo VI come Sinodo dei vescovi, una espressione della collegialità tra i vescovi e con il Papa. Ma già nel Sinodo precedente era stata una novità che avessero avuto diritto di voto anche alcuni superiori generali non sacerdoti. Questo vuol dire che c’è spazio per una riflessione... La questione è sul tavolo».
La Chiesa non è fatta solo di sacerdoti…
«Certo, nella nostra arcidiocesi molti ruoli importanti sono tenuti da donne, in Austria sono donne il 53 per cento dei consiglieri parrocchiali. La questione non è che siano uomini o donne, ma la competenza delle persone».
Che cosa l’ha colpita di più, quest’anno?
«Il Sinodo sui giovani è stato fortemente marcato dalla nuova maggioranza della Chiesa… Di tutti gli interventi in aula, ho contato al massimo il 25 per cento di europei, gli altri arrivavano soprattutto da Asia, Africa, America Latina: direi che è l’aspetto profetico di questa assemblea».