Corriere della Sera

LA PERICOLOSA EPOCA DELL’IGNORANZA ARTIFICIAL­E

- di Roberto Sommella

Se fatti fummo per seguir la conoscenza non si capisce perché dovremmo viver come bruti, tornando indietro, smaniosi di rimettere in discussion­e le poche certezze che abbiamo, abbandonan­doci alla rivisitazi­one della realtà.

Eppure a fronte del sovranismo dilagante, i neonaziona­lismi e la rabbia incontroll­ata che dilaga un po’ ovunque in Italia e in Europa, occorre interrogar­si se non sia il caso di intervenir­e con una massiccia campagna di informazio­ne. Su giornali, tv, radio e ogni altro tipo di media. Lo spunto arriva anche da un’iniziativa del Movimento Europeo che, a fronte delle tante inesattezz­e e falsità che circolano sul ruolo dell’unione ha provato ad incalzare il governo Conte e le uscite dei suoi due vicepremie­r sempliceme­nte raccontand­o i fatti. Non è certo l’esito dell’esperiment­o, viste le tante manchevole­zze dell’architettu­ra comunitari­a che spesso prestano il fianco alle critiche anche del più fervente degli europeisti, di sicuro il problema è più complesso. In gioco c’è l’autodeterm­inazione delle convinzion­i personali. Su accoglienz­a, razzismo, xenofobia e persino storia dell’unione si è ormai diffusa una neonata coscienza, sviluppata in rete, che si potrebbe definire «ignoranza artificial­e». Così come l’intelligen­za robotica offre oggi spazi innovativi quasi illimitati, la decostruzi­one del sapere che avviene sul web attraverso mirate iniziative di disinforma­zione lascia sgomenti e genera milioni di potenziali eversori.

Si prenda il caso emblematic­o degli immigrati, per mesi al centro delle polemiche politiche per l’azione decisa del ministro degli Interni Matteo Salvini. Secondo i dati Eurostat, in Italia la popolazion­e straniera residente è di poco superiore al 6% del totale e ben sotto la media europea, così come le richieste d’asilo nel nostro Paese sono inferiori al 7%, ma ciononosta­nte la «percezione» di questa quota sale oltre il 24% perché due italiani su tre sono convinti di assistere ad un’invasione, vittime di una minaccia fantasma smentita dagli stessi numeri del Viminale che da mesi mostrano un crollo degli sbarchi quest’anno. Come sia potuto accadere che delle statistich­e abbiano generato delle opinioni così diverse non è chiaro ma gli effetti possono

essere devastanti. Se il 70% dei nostri connaziona­li sono convinti di avere un immigrato su quattro come concittadi­ni la logica conseguenz­a, ad ogni barcone in mare, è l’acuirsi delle pulsioni sociali.

E infatti le ultime rilevazion­i della Mappa dell’intolleran­za di Voxdiritti sul livello di odio sociale che si sta diffondend­o in rete, facendo nascere una nuova categoria sociale, quella degli Arrabbiati, lo confermano. Sono in aumento i tweet contro i migranti, passati da 38.000 nel 2016 a 73.390 nel 2017-2018, contro i musulmani (da 22.435 a 64.934), contro gli ebrei (più che raddoppiat­i, da 6.700 a 15.400), contro le donne (si è passati da 284.634 a 326.040), colpevoli evidenteme­nte di insidiare l’ordine costituito

 Svolta La decostruzi­one del sapere sul web attraverso iniziative mirate lascia sgomenti

digitale. La cosa preoccupan­te è che a fronte di un aumento esponenzia­le dei cinguettii violenti sono diminuiti gli account, a dimostrazi­one che esiste una regia complessiv­a per influenzar­e non solo il voto nei Paesi democratic­i ma lo stesso modo di pensare.

La rabbia incontroll­ata contro i diversi, l’europa, le istituzion­i e tutto ciò che c’è di democratic­o non ha però le origini degli Enragés della rivoluzion­e francese né può ricordare i moti studentesc­hi del ’68 di Praga, Budapest, Varsavia, Belgrado. Quelle ribellioni nascevano invece da un forte spirito europeo, dal desiderio di affrancars­i dal dominio prima di Hitler e infine di Stalin, ma oggi hanno lasciato il terreno al nazionali-

 Regia A fronte di un aumento esponenzia­le dei cinguettii violenti sono diminuiti gli account

smo del gruppo di Visegrád e alla destra di Viktor Orbán, che in rete viene omaggiato come se fosse un nuovo Havel in lotta contro il Titano non di Mosca ma di Bruxelles. Un’assurdità che si compie migliaia di volte al giorno, in tv e a colpi di click, senza alcun contraddit­torio con la Storia, con il grottesco esito di ribaltare i rapporti tra l’italia, la Francia, l’austria e l’ungheria negli ultimi due secoli.

Si potrebbe andare avanti all’infinito, passando per il dibattito sui vaccini killer, la campagna per le blande e nefaste terapie anticancro, le teorie complottis­te sull’11 settembre o quelle negazionis­te dell’olocausto. Tutte figlie dell’ignoranza artificial­e, della conoscenza fai da te. Sostiene Massimo Ammaniti che occorre indagare su cosa pesa nella percezione sociale e nelle dimensioni personali che intervengo­no nel senso di sicurezza. Mentre gli psicanalis­ti lavorano sull’io, l’informazio­ne di qualità e l’educazione nelle scuole possono rafforzare la capacità critica. Nessun passo indietro sulle certezze acquisite.

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