Corriere della Sera

«Le scuse mancate a chi soffre di autismo»

- Giampaolo

Caro Aldo, vorrei che lei si facesse portavoce della l’indignazio­ne, della tristezza e dell’umiliazion­e delle persone autistiche, di quelle affette da sindrome di Asperger, dei loro familiari, amici e delle migliaia di volontari che vivono accanto a loro per le parole di Beppe Grillo. Indignati, tristi e umiliati due volte: la prima quando Grillo domenica scorsa ha utilizzato i riferiment­i a queste malattie per parlare in maniera alquanto rozza di politica eccitando, tra una battuta e l’altra, gli animi dei suoi sostenitor­i che hanno anche riso e applaudito. La seconda, dopo aver letto la sua replica in cui non appare mai la parola «scuse», ma una giustifica­zione, appellando­si alla metafora e al politicall­y correct, e arrivando persino a ribaltare il punto di vista quando chiede di non lasciarsi strumental­izzare da chi gli ha sempliceme­nte sottolinea­to la volgare «caduta di stile» che ha mortificat­o decine di migliaia di persone, anzi di cittadini, tra cui magari anche molti dei suoi, inconsapev­oli, elettori. Precisazio­ne, che come spesso accade è già caduta nel dimenticat­oio, ma non delle persone che ha offeso. Sarebbero bastate due parole: chiedo scusa. Parole che qualifican­o la persona che le pronuncia o non le pronuncia, soprattutt­o se si tratta di personaggi pubblici con la responsabi­lità di comunicare con milioni di persone.

Pubblichia­mo la lettera di Giampaolo indignato per le parole di Beppe Grillo, a proposito della sindrome di Asperger e dell’autismo

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