Corriere della Sera

Bialetti in crisi La caffettier­a «con i baffi» rischia lo stop

- Di Corinna De Cesare

È crisi per Bialetti, l’azienda che ha inventato la moka, celebre per l’omino con i baffi creato dalla matita di Paul Campani e diventato poi un vero e proprio marchio di fabbrica. La società di revisione Kpmg ha «dichiarato l’impossibil­ita di esprimere un giudizio» sulla conformità del bilancio consolidat­o semestrale. Ma è stata la stessa Bialetti in una nota, a evidenziar­e le difficoltà ormai obiettive in cui versa il gruppo con la crisi dei noti Bialetti Store, soprattutt­o all’estero. Lo scorso 10 ottobre Bialetti aveva annunciato che il fondo Ochziff Capital avrebbe investito nell’azienda 35 milioni di euro nel contesto di una ristruttur­azione del debito. Venerdì la comunicazi­one con i dubbi sulla continuità.

Erano gli anni trenta quando Alfonso Bialetti si fece venire l’idea della moka «osservando le donne di Omegna che facevano il bucato sulle rive del lago d’orta». Il signor Bialetti aveva fondato nel 1919 un’officina per la fusione e lavorazion­e dell’alluminio. La svolta arrivò proprio con l’intuizione della moka che portò l’azienda a progettare e realizzare la caffettier­a così come la conosciamo oggi. Dopo il successo, il passaggio di controllo negli anni ‘90, alla famiglia Ranzoni di Brescia. Ma il legame con Bialetti è rimasto indissolub­ile tanto che quando, nel 2016, è venuto a mancare Renato, il figlio di Alfonso reso celebre dai Caroselli sull’omino con i baffi, le sue ceneri sono state conservate in una grossa moka.

Nell’ultimo anno il gruppo ha perso in Borsa il 40% del suo valore. Le difficoltà cui ha dovuto far fronte negli ultimi tempi Bialetti sono state registrate anche nel bilancio di fine 2017: «negativo impatto delle coperture sugli acquisti di dollari, difficoltà nei nuovi mercati esteri con svalutazio­ne parziale degli investimen­ti, differenze di cambio conseguent­i alla svalutazio­ne della lira turca nei confronti dell’euro calcolate sul debito finanziari­o (in euro) contratto dalla controllat­a turca CEM Bialetti nei confronti della controllan­te». A tutto ciò si è aggiunto una concorrenz­a sfrenata sul segmento caffè, con le vendite delle caffettier­e in calo del 5,3% nel 2017. L’indebitame­nto finanziari­o di gruppo è arrivato a fine settembre a sfiorare i 70 milioni. Una data cruciale sarà quella del 14 novembre quando il Tribunale di Brescia si pronuncerà sulla richiesta del gruppo di ottenere il decreto di ammissione anticipata ai benefici previsti dall’articolo della legge fallimenta­re relativo agli accordi di ristruttur­azione del debito.

 ??  ?? ● Dopo il lancio sul mercato internazio­nale e il consolidam­ent o, il gruppo viene ceduto negli anni ‘90 alla famiglia Ranzoni di Brescia. Nasce Bialetti Industrie che distribuis­ce i marchi Bialetti, Rondine, Aeternum e CEM● Nel 2007 il debutto in Borsa. Il gruppo diventa una società quotata sul mercato● Il prossimo 14 Novembre il Tribunale di Brescia si pronuncerà sulla richiesta del gruppo di ottenere il decreto di ammissione anticipata ai benefici previsti dall’articolo della legge fallimenta­re relativo agli accordi di ristruttur­azione del debito
● Dopo il lancio sul mercato internazio­nale e il consolidam­ent o, il gruppo viene ceduto negli anni ‘90 alla famiglia Ranzoni di Brescia. Nasce Bialetti Industrie che distribuis­ce i marchi Bialetti, Rondine, Aeternum e CEM● Nel 2007 il debutto in Borsa. Il gruppo diventa una società quotata sul mercato● Il prossimo 14 Novembre il Tribunale di Brescia si pronuncerà sulla richiesta del gruppo di ottenere il decreto di ammissione anticipata ai benefici previsti dall’articolo della legge fallimenta­re relativo agli accordi di ristruttur­azione del debito
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telematico azionario di Borsa italiana

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