Corriere della Sera

La furia di Mazzarri espulso

Il tecnico granata: «Questa arroganza del potere non mi sta bene»

- Torino Fiorentina 1 1 Giampiero Timossi

Fascia elastica. Il Torino rimonta, mette sotto assedio il Fort Viola per tutto il primo tempo, con e anche senza un allenatore seduto in panchina. Continua a macinare gioco e occasioni studiate in settimana anche quando chi le ha insegnate viene espulso, dopo soli 29 minuti.

Fasce e catene, quelle che aiuterebbe­ro a contenere l’indignazio­ne di Mazzarri. Che a fine partita è un fiume in piena su Dazn: «Questa arroganza del potere non mi sta bene. Perdere punti in continuazi­one per un errore non mi sta più bene, ora sono stanco. Voglio vedere quanto incidono a fine anno tutti questi episodi. Mi dà fastidio l’atteggiame­nto nei confronti di un profession­ista. C’era un fallo di Biraghi su Belotti in area di rigore, come si fa a non rivederlo almeno alla Var? È un continuo così, da quando è iniziato il campionato. E quando uno protesta viene mandato fuori». Il rigore non rivisto alla Var pesa, già al 29’ l’arbitro Fabbri lo aveva espulso per le proteste legate al mancato giallo di Vitor Hugo dopo un fallo fotocopia rispetto a quello da Circondato Andrea Belotti in azione tra i difensori della Fiorentina

giallo di Rincon. È l’ennesimo capitolo del rapporto difficile tra il tecnico granata e gli arbitri.

Una passione iniziata un campionato fa, proprio con la gara persa in extremis con la (Lapresse)

Fiorentina. Una «via crucis» arrivata alla sua terza espulsione torinese. Ed è questo che, dopo il suo ritorno dall’inghilterr­a, divora Walter. Il livornese, «antipatico» perché senza filtri, infiammabi­le,

come una delle sue sigarette, che magari qualcuno vorrebbe far passare per «pazzo», cosa che certo non è.

Mazzarri è divorato dentro e il vuoto aumenta dopo 5 punti, ora 7, che ritiene siano stati rubati al suo lavoro e a quello dei suoi giocatori e che (questa è una certezza) avrebbero almeno meritato di essere decisi con l’aiuto della Var. Poi, ieri sera, ultima dell’ora legale, davanti c’era la Fiorentina giovane e simpatica, brava come il suo allenatore Stefano Pioli.

Fasce e fascino, in una gara che vive sul vantaggio ospite dell’ex Benassi al 2’, pareggiato al 13’ da un’autorete di Lafont: dopo aver rimbalzato sul palo, la palla sbatte sulla sua capoccia, ma in realtà il gol arriva grazie a u gran tiro di Aina.

Poi l’assedio, guidato da Belotti, capitano del Toro, senza gol dal 23 settembre. Sull’altro fronte Chiesa è talento puro, fa sempre e comunque paura. Brividi anche sul doppio intervento (unici veri) di Sirigu, prima su Mirallas e quindi su Chiesa, break del 37’ della ripresa. È già entrato Zaza, senza aggiungere un granché. Finisce 1-1, bella sfida. La Fiorentina resta avanti un punto, ma la classifica si sa è elastica.

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