Microbiota?
Differenze
Che differenza c’è tra microbiota e microbioma? «Se il microbiota è l’insieme dei microrganismi che convivono nel nostro organismo, il microbioma è il loro patrimonio genetico, circa 100 volte superiore al genoma umano. Le diverse specie microbiche e i prodotti dei loro geni giocano un ruolo cruciale in gran parte delle funzioni dell’organismo e nella difesa immunitaria, come evidenziano studi sempre più numerosi». alle domande sui problemi dell’apparato digerente all’indirizzo
http://forum. corriere.it/ gastroentero logia
Nel nostro corpo si nasconde un mondo di microrganismi, che incontriamo alla nascita e ci portiamo dietro fino alla fine della nostra vita. Si tratta del microbiota, un insieme di batteri, funghi, virus e persino batteriofagi, cioè virus «predatori» capaci di infettare i batteri e modularne l’espressione genica. «Tutti questi microbi convivono con il nostro organismo in diverse sedi, dalla bocca alla pelle, dal tratto urinario a quello digerente, ma il tratto gastrointestinale è senz’altro il distretto più densamente popolato da microrganismi (circa 1,5 Kg di batteri) per lo più da Bacteroidetes e Firmicutes — spiega Francesco Broccolo, professore di Microbiologia all’università degli studi Milano-bicocca —. Questi microrganismi si trovano soprattutto nel colon, dove il lento transito del contenuto intestinale, l’abbondanza dei residui alimentari e l’assenza di ossigeno creano l’ambiente ottimale per la loro sopravvivenza e proliferazione».
Il microbiota può influire sulla salute?
«Sì soprattutto quello intestinale, protagonista della maggior parte degli studi su questo tema. Quando in equilibrio (eubiosi), l’enorme numero di specie microbiche che abitano nel nostro intestino svolge un ruolo fondamentale nell’induzione di risposte protettive ai patogeni “invasori” e nel mantenimento della tolleranza a sostanze (antigeni) innocue. Tuttavia, nei Paesi industrializzati, l’uso sconsiderato di antibiotici, i cambiamenti della dieta (ricca di grassi e zuccheri raffinati, e povera di fibra) hanno selezionato nel tempo un microbiota che non ha la resilienza e la diversità necessarie per stabilire risposte immunitarie equilibrate, determinando un drammatico aumento di malattie autoimmuni (come il diabete) e infiammatorie croniche, non soltanto dell’intestino (sindrome dell’intestino irritabile, malattie infiammatorie croniche intestinali, ecc.), ma anche sistemiche (artrite reumatoide). Inoltre, regolando il metabolismo, il microbiota influenza anche la glicemia e quindi inevitabilmente il peso corporeo, decidendo la quantità di energia che viene estratta dai vari alimenti. Possiamo immaginare i batteri come dei piccoli chimici provetti e l’intestino come un bioreattore. Nel farlo funzionare, producono sostanze importanti (metaboliti) come l’acido butirrico con effetti antinfiammatori e attività antitumorale. Se viene alterato l’equilibrio del microbiota (disbiosi) si possono avere diverse ricadute negative sul nostro organismo, persino sul sistema nervoso attraverso l’asse intestino-cervello».
Si può fare qualcosa per favorire un bilanciamento ottimale dei microrganismi?
«Allo stato attuale, modificare il microbiota può avere un’utilità terapeutica specie per quelle sindromi che il medico di medicina generale incontra nel quotidiano, come meteorismo, stipsi o colon irritabile, e che spesso vengono etichettate come “psicosomatiche”. Il microbiota può essere modulato con prebiotici (utilizzando fibra che funge da fertilizzante per i microrganismi) e con l’assunzione di probiotici (ceppi batterici selezionati, vivi e attivi, che conferiscono benessere all’organismo). Oggi utilizziamo ancora uno stesso probiotico per una serie di patologie e su persone diverse, ma è auspicabile che in futuro venga effettuata una prescrizione ragionata dal medico con indicazioni sul ceppo specifico e sul dosaggio, a seconda delle esigenze del singolo paziente».
Costituisce una barriera contro la proliferazione dei germi patogeni, con un meccanismo noto come «effetto barriera» Regola la maturazione del sistema immunitario e ne modula l’attività
I batteri intestinali producono essi stessi alcune vitamine (acido folico, vitamina K, vitamine del gruppo B). Inoltre sono coinvolti nell’assorbimento del calcio e del ferro
L’attività metabolica della flora intestinale permette al nostro organismo il parziale recupero di energia dalle fibre alimentari che altrimenti non sarebbero digerite
Esistono diversi approcci per
di tipo mediterraneo nutrienti (essenzialmente fibre) che migliorano l’attività metabolica del microbiota intestinale, aumentando la produzione di acidi grassi a catena corta e la proliferazione di specie batteriche benefiche
Alterazioni del microbiota intestinale aumentano la permeabilità intestinale e possono avere un ruolo nello sviluppo di malattie come artrite reumatoide, morbo di Crohn ecc.
Il microbiota può incidere sull’equilibrio nutrizionale e metabolico dell’organismo. Numerosi studi hanno evidenziato relazioni tra composizione del microbiota, diabete e obesità
Secondo ipotesi recenti, i batteri che popolano l’intestino possono influenzare il cervello e avere un ruolo nella genesi di disturbi mentali e malattie neurodegenerative
alterazioni dell’equilibrio del nostro microbiota intestinale
ovvero microbi «buoni», disponibili in cibi da inserire nella dieta quotidiana, oppure come supplementi. I probiotici inducono meccanismi antinfiammatori e rafforzano la barriera della mucosa intestinale
Nell’infezione da Clostridium difficile, si può considerare il trapianto di microbiota