«Avanti con l’europa, no agli errori del passato»
Una doppia celebrazione per legare momenti cruciali della storia di Grecia e Italia, nel nome dell’europa. C’era da onorare il «Giorno del no», in cui i greci rievocano il diniego che l’allora premier Metaxas oppose il 28 ottobre 1940 all’ultimatum mussoliniano di lasciar entrare le truppe italiane nel Paese, ciò che innescò l’invasione del nostro esercito e la resistenza ellenica: un conflitto che ha prodotto 25 mila morti. E c’era poi da ricordare l’eccidio della Divisione Acqui da parte delle forze armate tedesche per il rifiuto di cedere le armi da parte dei nostri soldati, nelle settimane che seguirono l’8 settembre 1943, con un saldo di oltre 10 mila vittime.
Ecco l’impegno che Sergio Mattarella è stato chiamato a condividere ieri dal collega ateniese Prokopis Pavlopoulos tra Salonicco, Cefalonia e Corfù (e la tappa in quest’isola era una «prima» per un nostro capo dello Stato). Una visita dalla forte carica simbolica, anche perché gli episodi richiamati alla memoria sono «atti fondativi» dell’europa sorta dalle ceneri del conflitto, atti il cui valore echeggia nella nostra Costituzione. Mattarella ha voluto spiegarlo così: «La nuova Grecia e la nuova Italia sono nate dalla Resistenza al nazifascismo e hanno ripudiato la guerra. Dopo le terribili guerre del secolo scorso l’integrazione europea e l’unione Europea hanno avviato un percorso per mettere in comune il futuro dei popoli europei, assicurando pace, amicizia e collaborazione. Questa giornata vuole riconfermare la volontà di proseguire su questa strada e di evitare il rischio di ricadere negli errori del passato». Una dichiarazione calibrata contro certe amnesie interessate o certi usi distorti della storia, nella quale però risuona anche la preoccupazione del presidente della Repubblica per i rischi di una deriva centrifuga che stanno scuotendo l’ue.