Predappio rivive la marcia su Roma tra le polemiche
Due manifestazioni, dallo spirito opposto. Di mattina duemila persone si sono date appuntamento in piazza Sant’antonio a Predappio, nella collina forlivese, per celebrare il 96° anniversario della marcia su Roma che portò il fascismo al potere: il corteo si è chiuso davanti alla cripta del cimitero dove è sepolto Benito Mussolini. Di pomeriggio, l’anpi (Associazione nazionale partigiani d’italia) ha ricordato il «suo» 28 ottobre, quello del 1944, quando Predappio fu liberata dal nazifascismo. I partigiani si sono dati appuntamento nel teatro comunale e hanno concluso la serata con una «tagliatella antifascista». Non sono mancate le polemiche. Soprattutto per la maglietta indossata da una delle organizzatrici dell’incontro pro Duce: Selene Ticchi, esponente di Forza Nuova già candidata a sindaco di Budrio (Bologna) in una lista neofascista, aveva una t-shirt con scritto «Auschwitzland», nei caratteri utilizzati dalla Disney. Il caso finirà in Parlamento, perché il senatore di Leu Francesco Laforgia ha già presentato un’interrogazione al ministro dell’interno Matteo Salvini per sapere «se condivide il paragone di un campo di sterminio ad un parco giochi e quali misure intenda promuovere al fine di evitare il ripetersi di simili episodi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA nell’opera di razionalizzazione delle spese, già avviata da anni. Dopo un incontro la scorsa settimana con i direttori — prosegue il capo del Cnr — ho visto la voglia di essere costruttivi da parte di tutti. L’appello non è contro qualcuno, ma un modo per ricordare un problema che tutti vogliamo risolvere».
Quello del definanziamento del Cnr è un caso che nasce alcuni anni fa e che è proseguito con il «calo costante, sistematico e miope del fondo che lo Stato mette a disposizione», ricordano i firmatari dell’appello. Sebbene il rapporto spesa/pil per ricerca e sviluppo sia salito in 15 anni di un terzo arrivando all’1,3 per cento, l’italia resta al dodicesimo posto tra i 28 Paesi dell’ue, come ha sottolineato la Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia redatta dal Cnr per il governo e il Parlamento. Secondo il rapporto, il Cnr ha subito una riduzione in termini assoluti dei finanziamenti, passati da 682 milioni a 533 milioni. Nonostante ciò l’incidenza del contributo dei ricercatori italiani alla letteratura scientifica mondiale è passata dal 3,2% del 2000 al 4% del 2016: l’italia è ormai al livello di Germania e Francia, che investono molto di più. Il talento quindi c’è. Per i soldi, come dice Inguscio, «siamo fiduciosi».
Incontro al ministero «Dai contatti con il Miur ho riscontrato la voglia e la disponibilità a intervenire»
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