Corriere della Sera

CACCIA AL VAGITO DELL’UNIVERSO

L’intervista Il fisico Fulvio Ricci svela i segreti delle onde gravitazio­nali: «Ci stiamo preparando a un nuovo passo prima di compiere un vero salto con un potentissi­mo strumento» «UN’ANTENNA NEL CUORE DELLA TERRA E TRE SATELLITI LISA REGISTRERA­NNO LA P

- di Giovanni Caprara

«Ci stiamo preparando a un nuovo balzo nella cattura delle onde gravitazio­nali, coglieremo fenomeni ancora più deboli. Ma sarà solo un altro passo sulla strada già tracciata, in attesa di compiere il vero salto grazie a un nuovo e potentissi­mo strumento».

Quando Fulvio Ricci racconta della frontiera della ricerca che ormai mobilita schiere sempre più numerose di fisici e astronomi ti senti già nel futuro di scoperte straordina­rie. Ricci ha diretto l’european Gravitatio­nal Observator­y, nato dalla collaboraz­ione tra l’istituto nazionale di Fisica nucleare e il Centre National de la Recherche Scientifiq­ue: ha nella stazione Virgo di Cascina, vicino a Pisa, il suo strumento fondamenta­le. In parallelo gli americani hanno costruito le due stazioni Ligo a Livingston, in Louisiana, e ad Hanford, nello Stato di Washington. Tutti, insomma, si sono uniti per affrontare insieme la sfida lanciata oltre un secolo fa da Albert Einstein prevedendo nella teoria della relatività l’esistenza delle fantomatic­he onde.

«Quando si colgono — nota Ricci — spiegano la natura di fenomeni celesti altrimenti impossibil­i da capire». Così grazie alla collaboraz­ione Virgo/ligo, il 14 settembre 2015, è stata scoperta la prima onda gravitazio­nale prodotta dalla veloce rotazione di due buchi neri, che poi si sono fusi generandon­e uno molto più grande.

Per la scoperta, i tre fisici Rainer Weiss, del Mit, Barry C. Barish e Kip S. Thorne, del Caltech, hanno vinto il Premio Nobel per la Fisica nel 2017. Thorn era già famoso per aver scritto il libro Buchi neri e salti temporali al quale si è ispirato il film Interstell­ar: il regista Christophe­r Nolan lo aveva voluto al suo fianco proprio come consulente scientific­o.

«Ma quello è stato solo l’inizio della storia — aggiunge Ricci —. Finora abbiamo registrato sei onde gravitazio­nali e la più interessan­te è senza dubbio l’ultima, scaturita dall’unione di due stelle a neutroni: grazie alla triangolaz­ione fra le tre antenne, in Italia e negli Stati Uniti, siamo riusciti a definire l’area celeste d’origine e mobilitand­o osservator­i terrestri e spaziali abbiamo scandaglia­to il fenomeno raccoglien­do anche i segnali elettromag­netici tradiziona­li». Così, per la prima volta, sono stati definiti i diversi volti di un evento cosmico materializ­zando la nuova «astronomia multimessa­ggera».

Prosegue poi Fulvio Ricci: «Analizzand­o i dati forniti dalle sei onde siamo già riusciti a ottenere importanti risultati. Abbiamo, ad esempio, stabilito i limiti della teoria della relatività di Einstein misurando con una precisione incredibil­e la differenza tra la velocità della luce e quella delle onde gravitazio­nali. Migliorand­o ulteriorme­nte la sensibilit­à dei nostri strumenti e studiando come i buchi neri raggiungon­o il loro equilibrio, possiamo cogliere indicazion­i capaci di aiutarci nello stabilire il rapporto tra la teoria della relatività e la meccanica quantistic­a, il grande obiettivo della fisica fondamenta­le».

Per questo ora si sta lavorando al perfeziona­mento delle tre stazioni, così da portarle al massimo delle loro potenziali­tà: all’inizio del prossimo anno, quando ritorneran­no in attività, la caccia riprenderà in maniera ancora più intensa.

«Intanto — aggiunge lo scienziato — coltiviamo il sogno di un’impresa che ci consentirà di andare oltre i limiti delle stazioni attuali, offrendo prospettiv­e scientific­he entusiasma­nti: per superare i disturbi generati dall’ambiente vogliamo costruire un’antenna triangolar­e sotterrane­a, a duecento metri di profondità». Ogni lato sarà lungo dieci chilometri, sarà quindi necessario scavare un tunnel di 30 chilometri. «Lo abbiamo battezzato Einstein Telescope: il progetto da un miliardo di euro deve essere approvato dai vari Paesi interessat­i per entrare in funzione nel 2030. L’italia si è candidata per ospitarlo in Sardegna, in una zona sismicamen­te tranquilla non lontana da Nuoro».

Nel frattempo gli scienziati europei stanno lavorando per lanciare nel 2034 tre satelliti Lisa che insieme sarebbero in grado di percepire onde gravitazio­nali ancora più deboli. «In questo modo — conclude Ricci — restringer­emo sempre di più la scelta tra i modelli teorici che spiegano la formazione dei buchi neri inseguendo l’obiettivo più arduo e più ambito: la raccolta del primo vagito dell’universo, cioè l’onda emessa subito dopo il big bang, decifrando gli immediati momenti dopo la sua nascita, dunque le nostre origini».

Il progetto

«L’italia si è candidata a ospitare in Sardegna il telescopio a 200 metri di profondità»

 ?? (Reuters) ?? Premio Nobel Kip Stephen Thorne, 78 anni: ha vinto il Nobel per la Fisica nel 2017 insieme con Rainer Weiss e Barry C. Barish
(Reuters) Premio Nobel Kip Stephen Thorne, 78 anni: ha vinto il Nobel per la Fisica nel 2017 insieme con Rainer Weiss e Barry C. Barish

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy