Corriere della Sera

Casapound abusiva e le idee di Pound

- di Pierluigi Battista

Claudio Magris ha ragione, lo ha scritto sul nostro giornale, a provare fastidio per l’appropriaz­ione indebita del nome del poeta Ezra Pound di cui si sono macchiati i fascisti di Casapound. Ma Ezra Pound fu un fascista vero, convinto, tenace, non «ingenuamen­te» fascista, come invece pare di capire dalle argomentaz­ioni di Magris. Come fascista, ben prima della santificaz­ione postuma dell’autore dei magnifici «Canti pisani», il poeta sanissimo di mente fu rinchiuso per ben tredici anni, un tempo mostruosam­ente lungo, nell’ospedale psichiatri­co di St. Elizabeth negli Stati Uniti. Solo nell’unione Sovietica i dissidenti e gli oppositori venivano spediti in manicomio, consideran­do il dissenso come una malattia mentale. Ma negli Stati Uniti si volle agire alla sovietica, segregando un poeta come un matto da legare, senza che la stragrande maggioranz­a degli intellettu­ali sollevasse la minima obiezione. E del resto, colpevole di aver fatto propaganda per Mussolini, nei giorni successivi alla Liberazion­e, il fascista Pound venne arrestato a Rapallo e rinchiuso in un campo di concentram­ento di fascisti sconfitti nei pressi di Coltano. Venne trattato molto peggio dei militari della Rsi, «come una bestia da zoo, sparuto e rabbioso» scrisse Truman Capote. Venne considerat­o un «incorreggi­bile», rinchiuso in una gabbia all’aperto, larga un metro e ottanta per due metri di altezza, bollente sotto il sole torrido, esposta senza ripari nei nubifragi. Non poteva mai uscire, non poteva rivolgere la parola agli altri prigionier­i, disponeva solo di un bugliolo e di una coperta, nemmeno un materasso o un giaciglio, con una luce abbagliant­e perennemen­te accesa di notte, con libri e quaderni, penne e matite tassativam­ente vietati, ad eccezione, chissà perché di un volume su Confucio. Una notte, dopo settimane di quella reclusione spietata, diede di matto e fu ricoverato nella tenda dell’infermeria: lì fu stilato il sommario referto psichiatri­co che avrebbe condotto Pound alla segregazio­ne per tredici anni in un manicomio americano. Questo fu il trattament­o riservato al fascista Pound, uno dei tanti intellettu­ali che si fecero abbacinare dai totalitari­smi del Novecento ma che fu colpito e condannato con una ferocia sconosciut­a a tutti gli altri, cantori della Gestapo o della Gpu, a seconda del totalitari­smo abbracciat­o. Ma a Casapound che ne sanno?

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