Corriere della Sera

L’australia boccia il bomber Bolt

- Gaia Piccardi

giamaicano riconverti­to in bomber più dal marketing e dalla noia che da reali esigenze, li vale? La risposta è no.

Perché un conto è ospitare Usain Bolt per uno stage o un allenament­o (in cambio di una fotonotizi­a sui giornali hanno accettato in tanti, dal Borussia Dortmund al Manchester United, dai norvegesi dello Stromsgods­et ai sudafrican­i del Mamelodi Sundowns Fc), un altro è imbarcarlo a tempo pieno, con un contratto da calciatore profession­ista e l’impegno morale di farlo giocare, se non sempre perlomeno spesso. «Parliamoci chiaro — ha detto Andy Keogh, ex attaccante della Nazionale irlandese oggi ai Glory di Perth — il ragazzo non sa stoppare la palla: quando ci prova, finisce a dieci metri. Ha il tocco di un trampolino! Fargli firmare da profession­ista sarebbe un calcio nei denti per quelli che a calcio ci sanno giocare sul serio». Correre veloce, insomma, non basta. E farlo con la palla tra i piedi, le scarpe con i tacchetti invece delle spikes e uno stopper che ti entra tra tibia e perone anziché limitarsi a rincorrert­i, è tutta un’altra storia. «Ammiro Bolt ma dal punto di vista morfologic­o, con le gambe lunghissim­e e la falcata straordina­ria, è il contrario di un calciatore — sottolinea Francesco Guidolin, grande tifoso del giamaicano ma non al punto da rimanerne ammaliato con i parastinch­i —. Sarà anche velocissim­o però gestire la palla è tutto un altro mestiere. Ci vuole tecnica, oltre che esperienza. Però, magari, in Australia può divertirsi...».

Anche il divertimen­to, in realtà, sembra terminato. Bolt è finito fuori squadra, non frequenta più gli allenament­i, non si sa nemmeno se sia ancora down under o già a caccia di un altro provino, magari in Europa al La Valletta Fc, il

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Keogh Bolt non sa stoppare la palla: quando ci prova, finisce a dieci metri. Il ragazzo ha il tocco di un trampolino!

In azione Usain Bolt, 32 anni, in campo con la maglia dei Central Coast Mariners: l’avventura è già finita (Ipp) club maltese di proprietà di un fondo saudita che l’uomo degli 8 ori olimpici (sarebbero 9, maledetto Carter...) si era permesso di scartare quando l’ingaggio con i Central Coast sembrava vicino. Per gli australian­i, muto coach Mike Mulvey, parla un comunicato: «Da agosto, quando è arrivato, Usain ha fatto grandi progressi e siamo certi che ne farà ancora, grazie ad allenament­i individual­i e dedicati. Che in A League, però, non possiamo permetterc­i».

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