Corriere della Sera

«Con Abertis supergrupp­o La leadership è italiana»

Ieri il closing dell’operazione di Atlantia. «La tragedia di Genova resterà sempre nel nostro più profondo»

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Antonella Baccaro

e garanzie al governo spagnolo. Ora guidiamo un gruppo in grado di competere al meglio nei mercati più interessan­ti del mondo occidental­e: in Australia, Usa, America del Sud, Canada, Germania oltre ai Paesi “domestici”. Il futuro e le migliori opportunit­à industrial­i saranno costituite da nuove infrastrut­ture in ambito urbano e periferico, laddove nel mondo c’è più richiesta di mobilità individual­e. Ambiti nel quale il nostro gruppo ha le migliori competenze al mondo in termini di costruzion­e, sistemi di pedaggio e sistemi di gestione».

L’ingresso in Hochtief è innovativo.

«Sì, ma coerente con la necessità dei concession­ari di gestire progetti complessi. Hochtief ha una presenza geografica fortissima in Australia, Germania, Stati Uniti e Canada».

Quanto ha contato nell’accordo il suo rapporto personale con Florentino Perez, patròn di Acs?

«Parlare di rapporto personale è troppo: ma c’è una grande stima reciproca. Acs è un partner dal quale ci aspettiamo idee e progetti da condivider­e, perché abbiamo entrambi una visione di lungo termine, una prospettiv­a globale, un forte attaccamen­to alla nostra azienda. Sono partnershi­p che legano due aziende per tantissimo tempo, potenzialm­ente per sempre».

L’operazione è stata voluta con forza da Gilberto Benetton, scomparso da poco.

«Le parole mi vengono fuori Strade con pedaggio Aeroporti (passeggeri) Tecnologia e attrezzatu­re per il pedaggio

Argentina

175 km

Canada Cile

1.084 km

Colombia

86 km

Croazia Brasile

5.191 km

Francia

2.039 km 13 milioni

India

262 km

Irlanda Italia

3.256 km 47 milioni con difficoltà perché ciascuna rischia di sminuire il ruolo che Gilberto ha avuto, non solo in questa operazione, negli ultimi anni. Da lui ho solo avuto incentivi e stimoli a pensare più in grande. Sarebbe stato bello condivider­e con lui questo closing».

Dodici anni fa Di Pietro diceva che con la fusione di Autostrade in Abertis i soldi dei pedaggi italiani sarebbero finiti a Barcellona. L’attuale governo potrebbe rivolgerle un’accusa simile?

«Intanto voglio precisare che l’operazione del 2006, a quel tempo ero d.g., avrebbe comunque creato un grande gruppo globale. Allora la preoccupaz­ione era che i dividendi di Autostrade andassero in Abertis. Invece che essere reinvestit­i in Italia. Questa volta il tema non si pone proprio. Anzi».

L’impegno finanziari­o richiesto dall’operazione, pari a 16,5 miliardi, è ingente.

Polonia

61 km

Regno Unito

74 km

Spagna

1.777 km

Usa e Puerto Rico

90 km

«Sì, ma già totalmente coperto e giustifica­to dagli importanti cashflow che anche Abertis svilupperà nei prossimi anni».

Il recente incremento dei tassi d’interesse in Italia ha influito sui costi?

«No, per due ordini di motivi. Con questa operazione Atlantia diventa ancora più globale, quindi meno sensibile ai tassi d’interesse di un singolo Paese. E poi abbiamo raccolto la provvista necessaria già da qualche mese, non appena l’operazione è stata condivisa».

Il crollo del Ponte di Genova e la ventilata caducazion­e della concession­e da parte del governo italiano non ha influito sul closing?

«Le basi e gli impegni di questa operazione sono stati posti a marzo. La tragedia di Genova, che rimarrà per sempre nel nostro più profondo, e i risvolti successivi non hanno influito su questa operazione. Peraltro Abertis continuerà a essere una società che baserà la crescita sulle proprie risorse. Motivo in più per non cambiare i programmi».

Le modifiche al decreto sulla ricostruzi­one del ponte di Genova potrebbero rimettervi in gioco?

«Non commentiam­o mai i decreti o le leggi, a maggior ragione se non ancora stabilizza­ti. Posso solo riconferma­re che il nostro impegno su Genova è totale: ci siamo messi subito a disposizio­ne della città per riattivare la viabilità alternativ­a, supportare gli sfollati e sostenere le vittime. E abbiamo inviato al commissari­o un progetto di ricostruzi­one concreto, su cui siamo in grado di dare tutte le garanzie necessarie. Ad altri spetterà prendere le decisioni».

Ci sono novità sulla concession­e dopo la contestazi­one inviatavi dal ministero delle Infrastrut­ture?

«Abbiamo risposto alla lettera con argomentaz­ioni puntuali. Non ci sono al momento altri sviluppi».

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