La frenata che complica il lavoro di Tria
Gli ultimi incontri si sono tenuti ieri per definire composizione e compiti della nuova cabina di regia sugli investimenti, con il titolare delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che reclama un ruolo importante. E a due settimane dall’approvazione formale da parte del governo, la Legge di Bilancio 2019 arriverà oggi alla Camera. Senza modifiche, nonostante l’insistenza di Bruxelles per cambiarne l’impostazione e il peggioramento dell’economia.
La frenata certificata ieri dall’istat complica il lavoro del governo e del ministro dell’economia, Giovanni Tria, incaricato di far quadrare conti difficili, ma non lo costringe per ora a cambiare i piani. La flessione della crescita «è una ragione in più per confermare il carattere espansivo della manovra» spiegano i collaboratori del ministro, che ieri è volato Berlino per parlare con il collega tedesco Olaf Scholz in vista dell’eurogruppo della prossima settimana, che potrebbe confermare le censure della Commissione. Anche se il governo risponderà solo in seguito alla nuova lettera inviata ieri dalla Ue per chiedere lumi sul debito.
Il governo resta convinto della scelta fatta, ma nello stesso tempo la stasi del prodotto interno lordo rende più complicato realizzare il programma per il 2019 restando entro un disavanzo del 2,4% che per Tria e Conte è «un tetto massimo».
Per evitare di sforarlo il programma sarà attuato con gradualità e la massima attenzione all’andamento della spesa. Il reddito di cittadinanza, ad esempio, molto difficilmente partirà prima di aprile (e altrettanto difficilmente dopo, perché a maggio si vota), ma anche la spesa per gli investimenti gestita dalla Cabina di regia (5 miliardi in due anni) sebbene accelerata, non sarà immediata.
Per il resto ci si affida ai meccanismi “automatici” di freno alla spesa promessi alla Ue, ammesso che bastino a Bruxelles per evitare la bocciatura. La verifica della spesa potrebbe avere addirittura una cadenza mensile.