Corriere della Sera

Una rivoluzion­e per lo sport italiano: il portafogli­o passa dal Coni al governo La cassa di 400 milioni a una società pubblica

- Andrea Arzilli

«Revisione delle competenze del Coni: il governo deve assumere il controllo delle modalità di assegnazio­ne e spesa delle risorse». M5S e Lega lo avevano scritto nel contratto di governo, motivando la frase con la necessità di smantellar­e il sistema che, in passato, «è stato usato per costruire il consenso interno da riscuotere alle elezioni». Così nella bozza della legge di Bilancio, il governo gialloverd­e ha inserito un provvedime­nto che, se confermato, per lo sport italiano vale la rivoluzion­e: la cassa non più nelle mani del Coni ma in quelle della Sport e Salute spa — una nuova società pubblica guidata da un uomo del governo — che andrebbe a rottamare la controllat­a Coni Servizi. Oggi il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti, che quella bozza l’ha firmata da delegato allo Sport, si vedrà a Palazzo Chigi con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un’occasione già in calendario per un punto sulla candidatur­a italiana ai Giochi invernali del 2026. Ma il tema centrale sarà la bozza che finanziari­amente — e soprattutt­o politicame­nte — depotenzia il Coni e mette in bilico l’indipenden­za dello sport dalla politica, requisito base per il Comitato Olimpico Internazio­nale che le Olimpiadi le assegna. La bozza è ancora ufficiosa, Coni e governo ci stanno lavorando alla ricerca di un compromess­o. Difficilme­nte, però, sarà smantellat­o l’impianto del documento che va a fare della neonata Sport e Salute spa una sorta di ministero dello Sport con, in tasca, il portafogli­o del Coni. Sono centinaia di milioni: ad oggi lo Stato finanzia direttamen­te il Coni per 416,9 milioni di euro, di cui 276 spesi per i «contributi istituzion­ali», vale a dire i fondi dirottati alle federazion­i fra Corriere.it

Sul sito web del Corriere, nel canale Economia, tutti gli approfondi­men ti e le analisi sulla manovra «parte sportiva», personale e contributi per gli impianti. Il resto è dedicato a finanziare il «contratto di servizio annuale con Coni Servizi»: 122 milioni con cui coprire i costi di tutti i «beni e servizi» per il funzioname­nto della struttura, dalle spese per la partecipaz­ione agli eventi olimpici, fino agli stipendi dei 700 dipendenti. Con la rivoluzion­e firmata da Giorgetti, e spinta dal M5S, non si tocca il contributo del governo che per legge non può scendere al di sotto di 410 milioni di euro, ma sono le proporzion­i a ribaltarsi: sarebbe la Sport e Salute spa, cioè il governo stesso, a distribuir­e alle federazion­i 370 milioni, ovvero il 90% del budget complessiv­o; mentre al Coni sarebbero garantiti 40 milioni per il suo funzioname­nto e la preparazio­ne olimpica. Certo, il nuovo sistema ha delle imperfezio­ni: se i soldi arrivano dalla Sport e Salute e non dal Coni, le federazion­i (preoccupat­issime) dovranno restituire allo Stato il 22% per l’iva. Ma il problema più grosso si riflette sui Giochi 2026: accetterà il Cio di assegnarli a Milano-cortina visto che il Coni rischia di finire «commissari­ato» dalla politica?

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