Corriere della Sera

«Vogliono farmi un processo? Non me ne frega niente Di Maio mi ha scritto tanti sms»

De Falco: dice di non far cadere il governo, ma mica cade per me

- di Alessandro Trocino

ROMA «Mi faranno un processo? Vuole la verità? Non me ne frega niente». Il comandante Gregorio De Falco non perde mai il sorriso e alterna ironie fulminanti a frasi taglienti. Al bar del Senato si rilassa con un bicchiere d’acqua minerale e scherza: «Non mi pare che ci sia scritto da qualche parte che nel Movimento non c’è libertà di parola? O no? Fatemi vedere questo codicillo, che non me lo ricordo». Poi risponde al consiglier­e toscano Giacomo Giannarell­i che in un whatsapp si appella al suon buon senso: «Ma quale buon senso, perché dovrei tirarmi indietro?».

Comandante, la nave si è incagliata. Se votate contro il decreto sicurezza, il governo rischia di cadere.

«Me lo ha scritto anche Di Maio in un messaggio: Gregorio, non fare cadere il governo. Ma scusate, pensate davvero che un governo possa cadere per De Falco? Sung nu fess? Con tutti i condoni, la Tap, la Tav, la Bce, pensate che caschi con i miei emendament­i?».

Le hanno chiesto di ritirarli?

«Di Maio mi aveva mandato molti messaggi amichevoli. E l’altro giorno ho incontrato anche il premier Conte. Gli ho spiegato che da 24 emendament­i scendevo a 8 e poi a 6, il minimo indispensa­bile. Perché ci sono profili di incostituz­ionalità nel decreto».

E Conte che le ha detto?

«Mi è sembrato che fosse d’accordo, anche se ha chiesto tempo per studiare meglio. In un caso bastava cambiare una virgola».

Come le è sembrato il premier?

«Ha un’intelligen­za vivace, mi ha impression­ato la rapidità del pensiero. Il problema è che lo sta traducendo in atti concreti. È un neofita, come me. Forse serviva più esperienza. Cerca di mediare e sintetizza­re le posizioni».

Ma alla fine è Salvini che prevale. È stato un errore fare un governo con lui?

«Io sono stato un sostenitor­e del governo con la Lega. Perché noi eravamo al 32 per cento, loro al 17. Poi la realtà si è capovolta. Il problema non è Salvini, siamo noi. Che siamo gli azionisti di maggioranz­a e non ci facciamo valere».

Avete parlato in un’assemblea di questo decreto?

«Il problema delle assemblee è che non hanno un ordine del giorno preciso. Ho chiesto che si discutesse dello status dei porti, che la commission­e Ue considera delle imprese. E ho scritto a Toninelli per un parere. Niente, non mi ha risposto. Poi ha fatto sapere che si può discutere dello status: ma come, tutto questo parlare di sovranismo, di acqua pubblica, di autostrade pubbliche e poi l’acqua del mare diventa privata?».

Lei che è ischitano, come l’ha preso il condono?

«Lasciamo perdere i condoni. Il precedente era stato durissimo per il futuro. E invece. Da noi è tutto costruito, altro che muratori bergamasch­i: gli ischitani sono bravissimi a costruire case da tre piani in tre giorni».

Torniamo al decreto.

«Dal 2 ottobre abbiamo chiesto tre volte di parlarne. Non c’è stata risposta».

Hanno messo in giro la voce che lei ha bisogno di soldi e che vuole uscire.

«Io ho soltanto parlato con Vito Crimi. Certo che ho bisogno di soldi. Ho parlato con lui perché mi sto separando, e so che anche lui è in questa situazione. Gli ho chiesto come si fa ad avere un documento che attesti quanto prendiamo realmente, perché il giudice sennò prende in consideraz­ione tutti gli emolumenti, compreso quello che restituiam­o. Ma io resto nel Movimento, come nella Marina militare, con una bussola: la Costituzio­ne».

Forse non gradiscono che lei parli.

«Certo, dà fastidio che io parli. Non è bello saperlo, così come non è bello sentirsi dire che se voti contro è tradimento. Cosa ho tradito? Il programma? Il contratto? La Costituzio­ne? Uno scecco, un asino, lo puoi costringer­e ad andare alla fonte, la fonte del diritto, ma non puoi costringer­lo ad abbeverars­i».

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Da un mese chiediamo di parlare ma non ci hanno mai risposto Siamo gli azionisti di maggioranz­a ma con la Lega non ci facciamo valere

d Abbiamo registrato qualche miglioria al testo del dl però il punto di approdo è ancora lontano: il risultato non è ancora soddisface­nte

d Voglio votare contro questo provvedime­nto, partito male, ma nel caso di un’eventuale fiducia mi riservo di valutare il da farsi

Il premier

«Ho incontrato Conte Lui cerca di mediare È un neofita, forse serviva più esperienza»

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Il problema è Salvini, perché a noi non sarebbe mai venuto in mente di fare un decreto del genere. Bisogna trovare un punto di caduta in questa alleanza

d

Il decreto? Non lo voterò, se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima, ora sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia

 ??  ?? Elena Fattori,52 anni, è una senatrice del Movimento alla sua seconda legislatur­a: è stata l’unica parlamenta­re a sfidare Luigi Di Maio per la leadership e ha sempre avuto posizioni pro-vax
Elena Fattori,52 anni, è una senatrice del Movimento alla sua seconda legislatur­a: è stata l’unica parlamenta­re a sfidare Luigi Di Maio per la leadership e ha sempre avuto posizioni pro-vax
 ??  ?? Paola Nugnes,56 anni, è una senatrice napoletana dei Cinque Stelle. Nugnes è alla sua seconda legislatur­a e fa parte dell’ala ortodossa del Movimento, vicina a Roberto Fico
Paola Nugnes,56 anni, è una senatrice napoletana dei Cinque Stelle. Nugnes è alla sua seconda legislatur­a e fa parte dell’ala ortodossa del Movimento, vicina a Roberto Fico
 ??  ?? Gregorio De Falco,53 anni, è un senatore dei Cinque Stelle alla sua prima legislatur­a. Nei suoi primi mesi in Parlamento si è distinto per la presa di posizione a favore dei migranti-naufraghi
Gregorio De Falco,53 anni, è un senatore dei Cinque Stelle alla sua prima legislatur­a. Nei suoi primi mesi in Parlamento si è distinto per la presa di posizione a favore dei migranti-naufraghi
 ??  ?? Matteo Mantero, 44 anni, è un senatore pentastell­ato alla sua seconda legislatur­a (la prima alla Camera). Vicino a posizione «ortodosse», ha presentato un disegno di legge sull’eutanasia
Matteo Mantero, 44 anni, è un senatore pentastell­ato alla sua seconda legislatur­a (la prima alla Camera). Vicino a posizione «ortodosse», ha presentato un disegno di legge sull’eutanasia

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