Corriere della Sera

«Imprendito­ri e sindacati, profession­isti e negozianti Non siamo soliti alla piazza, ma saremo più di 40 mila»

- Christian Benna

TORINO «Non possiamo più tacere. È ora di alzare la voce e di scendere in piazza. In pochi giorni abbiamo perso l’occasione di ospitare i Giochi 2026 e ora rischiamo di perdere gli investimen­ti per la Tav. A questo gioco noi non ci stiamo». Chi parla è Luca Asvisio, classe 1965, presidente dell’ordine dei commercial­isti di Torino, 5.700 profession­isti in tutto, i cui profili sono molto lontani dalle logiche «barricader­e» di picchetti e slogan urlati nelle manifestaz­ioni. Eppure tra le scrivanie di commercial­isti, ma anche fra quelle di notai e avvocati di Torino, altri 10.000 profession­isti, ha preso forma la «pazza idea» di una nuova marcia dei 40.000, condivisa da tutte le associazio­ni produttive della città, contro quella giunta pentastell­ata guidata dalla sindaca Chiara Appendino che lunedì ha votato una mozione per chiedere al governo di sospendere i cantieri della Torino- Lione.

Presidente Asvisio, nel 1980 i quadri e gli impiegati Fiat scesero in piazza per «liberare» le fabbriche degli scioperi. Oggi vi preparate a fare lo stesso per «liberare» il Comune dai No Tav?

«Non c’è nessuna velleità politica. Anzi, scoraggio chiunque a cavalcare politicame­nte questo movimento che è spontaneo e non ha doppi fini. C’è però un sollevamen­to generale del ceto economico e produttivo torinese contro le sabbie mobili in cui siamo finiti. Gli industrial­i, la Camera di commercio, i negozianti, gli artigiani, gli architetti e i sindacati: tutti si sono mobilizzat­i contro la decisione del Comune di diventare ufficialme­nte No Tav. Così in pochi giorni, tra le migliaia di sms, telefonate e whatsapp che ci stiamo scambiando tra colleghi dei vari ordini profession­ali, è nata l’idea di una nuova marcia dei 40.000. Ma saremo anche di più. La città non rimarrà zitta».

Industrial­i, artigiani, commercian­ti e profession­isti. Una piazza delle «lobby»?

«Non c’è nessuna lobby. Siamo cittadini che lavorano, non abituati a prendere posizione. Tantomeno a marciare. Nei prossimi giorni ci incontrere­mo con i presidenti di tutte le associazio­ni dell’impresa e delle profession­i. Con l’obiettivo di portare in piazza una buona fetta di città. Una Torino che vuole crescere e dare un futuro ai propri figli».

O Tav o morte? Perché quest’opera è così fondamenta­le per il futuro della città?

«Non vogliamo rimanere un binario morto, ultima stazione e capolinea del Nord Ovest. Ma non è nemmeno questo il punto. Se l’italia dice no a un investimen­to di questa portata, peraltro già in

cantiere, e dopo accordi presi a livello internazio­nale, siamo spacciati. Perdiamo credibilit­à. Questa è la penale più cara che dovremo pagare».

La giunta chiede che i soldi della Tav vengano messi a disposizio­ne di attività economiche per la mobilità sostenibil­e. Non va bene?

«Mi piace l’idea di una Torino che guardi all’europa, connessa e centro di scambi. Ma penso che anche il governo sia d’accordo. Lunedì il vicepremie­r Luigi Di Maio ha inaugurato la Tav per le merci Marcianise-milano, bellissimo progetto. Non capisco perché la Tav Milano-napoli va bene ma quella Torino-lione no. Non vorrei che si sacrificas­sero Torino e il Piemonte per logiche politiche».

 ??  ?? Chi è ● Luca Asvisio, 53 anni, è il presidente dell’ordine dei commercial­isti di Torino. È stato tra i promotori del presidio a sostegno del progetto della Torino-lione
Chi è ● Luca Asvisio, 53 anni, è il presidente dell’ordine dei commercial­isti di Torino. È stato tra i promotori del presidio a sostegno del progetto della Torino-lione

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