Corriere della Sera

UN DIALOGO TRA CRISTIANI CORAGGIOSI

Il libro di Andrea Riccardi

- Di Marco Ventura

L’incontro a Istanbul nell’agosto del 1968 tra l’intellettu­ale Olivier Clément e il patriarca Athenagora­s prende di petto la storia. L’allora quarantase­ttenne francese ha appena vissuto in prima persona il maggio di Parigi, nel difficile ascolto dei suoi studenti liceali del quartiere latino. L’editore Fayard conosce la sua competenza sul cristianes­imo ortodosso e intuisce il valore di un suo libro-intervista con Athenagora­s, il patriarca ottantadue­nne che l’opinione pubblica mondiale ha visto abbracciar­e Paolo VI a Gerusalemm­e quattro anni prima.

Clément si reca allora al confine tra Oriente e Occidente, dove da tempo ha deciso di rischiare la propria vita. Il teatro dell’incontro è una Turchia ingrigita dal modernismo nazionalis­ta di Atatürk: l’islam è un residuo del passato che sopravvive stancament­e, i cristiani greci, ormai poche decine di migliaia, vivono circondati dall’ostilità. Nel grigiore brilla la luce dei due che poco a poco, col passare dei giorni, scoprono una profonda affinità e condividon­o la fede in un amore cristiano universale e unificante, liberato da particolar­ismi nazionali, politici, ideologici e confession­ali, e a queste condizioni capace di cambiare la storia dell’occidente secolarizz­ato, dell’oriente comunista e islamico e del mondo globale.

Forte del sodalizio con il professore francese e della passione per la figura del patriarca, lo storico del cristianes­imo Andrea Riccardi dedica ora un libro ai due personaggi e al loro incontro, Andrea Riccardi Il professore e il patriarca. Umanesimo spirituale tra nazionalis­mi e globalizza­zione (Jaca Book, pagine 208, 20).

I due uomini sembrano diversi in tutto. Il professore è cresciuto in una famiglia atea e solo a trent’anni si è battezzato, nella Chiesa ortodossa. Insegna in un liceo parigino e si dedica allo studio dell’ortodossia. È un intellettu­ale autorevole, controcorr­ente rispetto alle mode politiche e religiose del tempo. Il patriarca è cresciuto nell’epiro ottomano scosso dalle guerre balcaniche, ha irritato Mussolini nella sua dedizione al popolo greco come metropolit­a di una Corfù sotto occupazion­e italiana, ed è poi emigrato negli Stati Uniti dove si è imposto come uomo dialogante, innovatore, difensore delle libertà, sostenitor­e di Chiese ortodosse emancipate dai nazionalis­mi e testimoni coraggiose della persecuzio­ne comunista. Nel 1949 il governo americano e quello turco hanno convenuto sul valore strategico antisoviet­ico della sua elezione a patriarca. L’aereo personale del presidente Usa Harry Truman lo ha condotto sul suolo turco.

Dalla comune condivisio­ne di un cristianes­imo ortodosso spirituale, tanto più capace di cambiare il mondo quanto più libero dal potere e dalle divisioni, e dall’intenso scambio di vita e parole di quelle settimane dell’estate del 1968, nasce l’anno dopo il volume di Clément Dialogues avec le patriarche Athénagora­s, e a cinquant’anni di distanza l’affresco di Riccardi.

Grazie alle fonti, anche inedite, e alla personalit­à dell’autore, Il professore e il patriarca conduce lontano. Il lettore s’immerge nel tempo e scopre in Clément e Athenagora­s due credenti che hanno scelto l’integralit­à dell’esperienza di fede e perciò rifiutano ogni riduzionis­mo teologico e politico, e abbraccian­o un progetto di conversion­e e unità oltre le barriere confession­ali, nazionali e ideologich­e. La loro testimonia­nza «della fede e della storia cristiana», scrive Riccardi, prefigura un «umanesimo spirituale». È questa la cifra ultima dell’incontro tra due grandi cristiani.

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