«No al rap degli slogan: adesso io canto i dubbi»
Ultimo: tanti miei coetanei cercano riparo nelle gang
«Quando ho vinto Sanremo Giovani sono rimasto stupito, ma un po’ ci credevo. Chi non va su quel palco con l’idea di farcela? Fosse andata male avrei aperto un caffè. Ho sempre amato le chiacchiere da bar di prima mattina, con i vecchi, a parlare della Roma e della Lazio»: Ultimo, romano, ha quel nome che sfida la sorte («dalla parte degli ultimi, da piccolo mi sentivo vicino agli emarginati»), ma gli ha portato fortuna. Su quel palco, e dopo: il più giovane artista a esibirsi in due Palasport fra i più importanti, il Palalottomatica a Roma (1 e 2 novembre) e il Mediolanum Forum di Milano (4 novembre). Entrambe le date subito sold out. Più di 40 mila biglietti venduti. Sold out anche la data zero, ieri a Roseto.
L’ultimo singolo Cascare nei tuoi occhi disco d’oro, Poesia Il profilo
● Niccolò Moriconi (vero nome di Ultimo) nasce a Roma nel 1996. A 8 anni inizia gli studi al conservatorio di Santa Cecilia, a 15 scrive le sue prime canzoni. Nel marzo del 2017 esce il singolo d’esordio «Chiave» e a ottobre arriva il primo album, «Pianeti», nella top 20 dei dischi più venduti in Italia senza veli di platino, Pianeti di platino. Una carriera d’altri tempi, vincitore nel 2016 del contest hip hop Honiro, senza passare dai talent: «Ma c’è poco da criticare. In tv può nascere anche un grande artista come Renato Zero».
Niccolò Moriconi (vero nome), appena 22 anni, s’è staccato dal fraseggio rap, e ora vola alto: il suo cantautorato è la colonna sonora dei giovanissimi, e non solo, grazie anche a video che crea personalmente. «Coltivo il dubbio — afferma —. Amo la libertà di pensiero. Le persone sono stanche di sentirsi dire le solite frasi. Per paura di scoprirsi, tanti miei coetanei cercano un riparo nella gang e negli slogan a effetto. Il mio riferimento invece è Carmelo Bene, da Costanzo: “Non mi chiedere verità. Al massimo posso parlarvi di ciò che non ho”. Porto piccole storie a grandi platee. Cerco il senso del viaggio. Come Zero, come Vasco, La tournée Ultimo ha aperto ieri a Roseto degli Abruzzi con una data zero la sua tournée che farà tappa domani e venerdì a Roma al Palalottomatica, e il 4 novembre al Mediolanum Forum di Milano (date sold out). Il «Colpa delle favole tour» proseguirà poi ad aprile e maggio a Eboli, Bari, Firenze, Bologna, Ancona, Assago (16 maggio), Jesolo, Roma (21 e 22 maggio), Napoli per due date (28 , sold out, e 29 maggio),torino e Acireale (2 giugno) cone Baglioni, che ho ascoltato fin da piccolo».
Ha studiato al conservatorio di Santa Cecilia, e a 15 già componeva. Brani rimasti per anni nel cassetto, e finiti nei tre album Pianeti (2017), Peter Pan (2018), Colpa delle favole (in uscita): «Alle elementari spesso saltavo le lezioni, avevo problemi di concentrazione. I professori consigliarono
ai miei di iscrivermi a uno sport. Ma il calcio non mi piaceva. Così scelsi la musica: pianoforte. Ancora adesso sul palco ho solo il piano, non mi servono scenografie pazzesche. Conoscere lo spartito mi aiuta».
Natali a San Basilio. Quartiere «difficile» della Capitale. Criminalità che prova a farla franca e prove di una vita normale. Da lì proviene anche Fabrizio Moro, del quale aprì il live al Palalottomatica. Ora c’è lui, su quel palco: «Non mi piace raccontare dove sono nato, troppi luoghi comuni sulle periferie. C’è però una caratteristica che ci lega a quel posto. Tutti si autoelogiano, Fabrizio invece fa parlare i testi. Quasi si autoesclude». Politica? «Trovo ingiusto che alcuni decidano la fortuna dei migranti solo perché nati meglio. Abbiamo lo stesso destino. A Roma risveglierò il Peter Pan in me: l’artista curioso di fare nuove esperienze. Mi butterò. Vedremo cosa succede».
Piccole storie
Il cantautore: «Porto piccole storie a grandi platee e intanto cerco il senso del viaggio»