Corriere della Sera

Mattarella a Conte: mettere l’italia al riparo e dialogare con la Ue

Il premier replica: il nostro obiettivo è la crescita

- Di Marzio Breda

La lettera «di accompagna­mento» dunque c’era. Il Quirinale l’ha diffusa ieri, separandol­a di 24 ore dalla notizia della firma con cui si autorizzav­a la trasmissio­ne alle Camere della manovra 2019, perché non fosse drammatizz­ato o strumental­izzato lo spirito che aveva indotto Sergio Mattarella a prendere carta e penna e rivolgersi al governo. Una missiva di mediazione e che ruota intorno a due parole rivelatric­i, «nel comune intento», riferite all’esigenza di «tutelare gli interessi fondamenta­li del Paese».

Poche righe che, mentre riflettono certe preoccupaz­ioni del presidente della Repubblica (e ovviamente non soltanto sue), segnalano le priorità irrinuncia­bili in questo delicato passaggio. Cioè «l’obiettivo di una legge di bilancio che difenda il risparmio degli italiani, rafforzi la fiducia delle famiglie, delle imprese e degli operatori economici e ponga l’italia al riparo dall’instabilit­à finanziari­a». A questo scopo, aggiunge il capo dello Stato, «sulla base di quanto disposto dalla Costituzio­ne agli articoli 81, 97 e 117, delle valutazion­i dell’ufficio parlamenta­re di bilancio, previsto dalla legge costituzio­nale n.1 del 2012, delle osservazio­ni e della richiesta avanzate dalla Commission­e europea, è mio dovere sollecitar­e il governo a sviluppare — anche nel corso dell’esame parlamenta­re — il confronto e un dialogo costruttiv­o con le istituzion­i europee».

L’elenco di tutti quei riferiment­i normativi non è l’inutile espediente dialettico di un cavilloso uomo di legge. Serve all’inquilino del Colle per definire il perimetro del suo intervento in quanto presidente. E a spiegare quello che è un preciso «dovere» costituzio­nale fare, per lui, e certo non per qualche capriccio antagonist­ico rispetto all’esecutivo. In questo caso, come si ricava dal testo scritto di proprio pugno, Mattarella mette alla pari i timori di nuovi strappi, se non di un conflitto

La lettera Occorre difendere il risparmio degli italiani e rafforzare la fiducia di famiglie e imprese

vero e proprio, tra Roma e Bruxelles in questa fase delicatiss­ima. E li associa a forti riserve sui potenziali effetti negativi di alcuni provvedime­nti della legge di Bilancio che, se non saranno emendati e corretti durante il percorso in Aula, potrebbero mettere a repentagli­o la tenuta dell’economia nazionale nel suo complesso.

Il tono della lettera, garbato e improntato davvero a quella che viene sempre definita «collaboraz­ione istituzion­ale», non poteva non essere accolto con responsabi­lità da Palazzo Chigi. Da dove, infatti, si è risposto con rispetto. Replica Giuseppe Conte: «L’interlocuz­ione tra il governo italiano e la Commission­e europea avviene nel contesto di un dialogo proficuo e costante. C’è senz’altro il comune intento di lavorare alla stabilità dei conti pubblici e alla tutela del risparmio».

Di più. Per tranquilli­zzare Quirinale e mercati, assicura che «in un periodo caratteriz­zato da un ciclo economico avverso, il governo intende rilanciare la crescita e l’occupazion­e, con una particolar­e attenzione agli investimen­ti pubblici, alla creazione di un ambiente normativo e istituzion­ale favorevole agli investimen­ti privati e al contrasto della povertà e delle disuguagli­anze». Si vedrà in Parlamento dove porteranno queste proclamate buone intenzioni.

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Capo dello Stato Il presidente Sergio Mattarella, 77 anni, in carica dal 3 febbraio 2015

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