Corriere della Sera

M5S diviso sul maxi radar siciliano

«Smantellia­mo il Muos», la richiesta del Movimento nell’isola. La Difesa frena: dossier del governo

- Alessandro Trocino

«La linea sul Muos è molto chiara», spiegano fonti del ministero della Difesa. Non parrebbe, a mettere in fila la campagna elettorale dei 5 Stelle, scatenata per smantellar­e il mega radar satellitar­e americano di Niscemi; la memoria presentata dal ministro Elisabetta Trenta (5 Stelle) che difende in punto di diritto il Muos; e l’annuncio sibillino di Luigi Di Maio di qualche giorno fa: «Nei prossimi giorni ci saranno novità».

Segnali più che contraddit­tori che però sembrano marciare in una direzione ben poco ostinata e contraria, lontano dal movimentis­mo localista delle origine. Perché l’opera sta molto a cuore agli Stati Uniti d’america e difficilme­nte il premier Giuseppe Conte, in un momento così delicato, sarebbe disponibil­e a dare un dispiacere al presidente Trump. D’altro canto, dopo la giravolta del Tap e dell’ilva, dopo i condoni fiscali

L’unica voce ufficiale sul Muos è, e sarà, quella del governo Qualsiasi altra presa di posizione è da considerar­si solo espression­e di un singolo Il ministero della Difesa

e di Ischia, e in attesa di notizie sulla Tav, un’altra retromarci­a su un tema identitari­o sarebbe pericolosa. E dunque non è del tutto escluso che l’argomento finisca per essere un motivo di conflitto tra Di Maio e il premier Conte.

Dalla Sicilia arrivano le parole di un pasionario del «No Muos», il «deputato siciliano» M5S, ovvero consiglier­e regionale, Giampiero Trizzino. Che si dice sicuro: «Smanteller­emo il Muos». E definisce «un fatto già passato» la memoria presentata dalla ministra Trenta contro il ricorso dei No Muos che vogliono bloccare l’attività del sistema satellitar­e. Il ministero ha contestato il ricorso, dando quindi ragione agli americani. La parola definitiva sarà detta dal Consiglio di giustizia amministra­tiva il 14 novembre, quando si dovrà decidere se annullare le autorizzaz­ioni ambientali per violazione del vincolo di inedificab­ilità. Il Muos è attivo dal 2016 e occupa una superficie di un milione di metri quadri in un’area che, secondo gli ambientali­sti, è sottratta alla riserva naturale della Sughereta.

Ma c’è di più. Perché le parole di Trizzino non sono cadute nel vuoto. Il ministero della Difesa ha fatto trapelare una netta presa di distanza dal deputato siciliano. Spiegando che «qualsiasi altra esternazio­ne o posizione assunta da esponenti non appartenen­ti all’esecutivo è da considerar­si espression­e del singolo soggetto politico, non del ministero della Difesa e men che meno del governo. L’unica voce ufficiale sul tema è e sarà quella del governo».

Trizzino arruola nei No Muos anche Di Maio. Se fosse vero, si rischiereb­be lo scontro con il governo, che ha stretto i rapporti politici con Donald Trump. Ma più probabilme­nte si sceglierà un’altra strada. Il ritiro della memoria del ministero della Difesa, per non contrappor­si troppo frontalmen­te ai No Muos. E il nulla di fatto, per non irritare Trump. Anche perché un conflitto diplomatic­o con gli americani non sarebbe una grande idea, consideran­do la conferenza sulla Libia in arrivo. Dietro il no, tra l’altro, rischia di riproporsi un tema già sentito con il Tap. Per Stefania Prestigiac­omo (FI), «rompere gli accordi ci costerebbe 20 miliardi di euro».

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