Corriere della Sera

Renzi raduna i fedelissim­i Pronto il sostegno a Minniti

Primo test per gli oltre 200 comitati voluti dal leader

- Di Maria Teresa Meli

Matteo Renzi (che dovrebbe chiuderlo con un suo intervento sabato prossimo) lo definisce «un seminario di parlamenta­ri», ma l’incontro di due giorni, che si aprirà sabato 10 novembre a Salsomaggi­ore, assomiglia tanto a una vera e propria riunione di corrente. La prima che i sostenitor­i dell’ex segretario fanno in grande stile. E sarà a porte chiuse.

«Lì — dice Andrea Marcucci — decideremo come posizionar­ci al congresso». Il che vorrà dire che verrà ufficializ­zato l’appoggio dei renziani (sebbene non di tutti) alla candidatur­a di Minniti. Sempre che l’ex ministro dell’interno l’abbia già formalizza­ta. A qualche amico ha detto che non lo farà il 6 novembre, giorno della presentazi­one del suo libro, «Sicurezza è liberta».

Comunque Minniti, dopo un ampio consulto portato avanti da alcuni dei «suoi» (gli ex parlamenta­ri Latorre, Passoni e Manciulli) presso sindaci, presidenti di regione e dirigenti del Pd, ha deciso di scendere in campo. L’ufficializ­zazione della sua candidatur­a sarà preceduta da un nuovo appello di amministra­tori locali del partito.

Se Renzi dentro il Pd si muove lungo questa traiettori­a, continua comunque anche il lavoro all’esterno. Con i «comitati di azione civile». In una settimana ne sono sorti 220. È il sito «Ritorno al futuro» che raccoglie tutti questi comitati. La sede centrale, cui spetta il compito di coordinarl­i, è a Milano.

Questa iniziativa è stata letta dagli avversari interni di Renzi, come il germe di una sorta di «piano B» per la scissione. Anche perché un sondaggio riservato attribuisc­e a un eventuale partito di Renzi dall’8 al 15 per cento dei consensi.

Ma in realtà l’ex segretario non sembra affatto intenziona­to a uscire dal Pd. Anche se certe manovre precongres­suali all’interno del suo partito

I tempi

«Seminario» di 2 giorni a Salsomaggi­ore poco prima dell’assemblea del Partito democratic­o

non lo convincono affatto: «Vedo — ha confidato ai fedelissim­i — tanti movimenti che poi si riducono a un mero riposizion­amento dei gruppi dirigenti».

Nel frattempo la maggioranz­a che faceva capo a Renzi si è spaccata, perché Orfini tifa per la rielezione di Martina: «Vedrete che si candiderà — ha assicurato ai suoi — perché lo appoggiamo non solo noi ma pure un pezzo di mondo renziano».

Ciò nonostante i sostenitor­i dell’ex segretario sono convinti che Minniti abbia grandi possibilit­à. È vero che l’esistenza di tre candidatur­e di peso (Minniti, Martina e Zingaretti) e il pullulare di altri aspiranti segretari rende queste primarie (che dovrebbero tenersi il 17 febbraio) diverse da quelle che si sono svolte finora. Per la prima volta non c’è un vincitore annunciato come in passato. E c’è il rischio che nessuno superi il 50 per cento dei consensi alle primarie. Il che vorrebbe dire che, come prevede lo statuto del Pd, sarebbero poi i delegati dell’assemblea nazionale a eleggere a voto segreto il segretario, scegliendo tra i tre candidati meglio piazzati. Insomma, il leader sarebbe il frutto di un accordo ta correnti. Ma ai renziani non difetta l’ottimismo: sono convinti che l’ex ministro possa superare la soglia del 50 nei gazebo. Inutile dire che affermano lo stesso i sostenitor­i di Zingaretti e quelli di Martina.

 ??  ?? A Firenze Matteo Renzi, 43 anni, alla Leopolda, che si è tenuta dal 19 al 21 ottobre
A Firenze Matteo Renzi, 43 anni, alla Leopolda, che si è tenuta dal 19 al 21 ottobre

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy