Alleanza Novacart-iit Ora la bioplastica si fa con la cellulosa
MILANO È made in Italy la bioplastica ricavata dagli scarti della carta in grado di sostituire quella derivata dagli idrocarburi. L’istituto italiano di tecnologia e Novacart, multinazionale italiana del packaging, hanno realizzato un impianto pilota che produce il nuovo materiale ecologico. «La nostra bioplastica sarà utilizzabile nelle aziende di produzione di materiali in plastica tradizionale e per la produzione di oggetti con tecniche di stampa 3D senza dover modificare le linee di produzione», spiega l’amministratore delegato di Novacart, Gianmario Anghileri.
La battaglia contro la plastica è cominciata. Due giorni fa gli Stati membri dell’ue hanno dato il via libera alla bozza di direttiva per vietare alcuni prodotti in plastica monouso, sulla base della proposta della Commissione Ue. L’obiettivo è concordare un testo con il Parlamento europeo entro il mese di dicembre e farlo entrare in vigore nel 2021. Una decisione che sta preoccupando Federchimica per gli effetti sulla filiera della plastica. «Il monouso è molto comodo ma altamente inquinante — spiega Athanassia Athanassiou, alla guida del gruppo di ricerca Smart Materials dell’iit di Genova —. Il nostro materiale può essere usato per i prodotti monouso come bicchieri, cucchiaini, posate, bottiglie per lo shampoo o recipienti per la cosmesi, ma è compostabile e dunque rispettoso dell’ambiente». La collaborazione tra Novacart e Iit è cominciata due anni fa. L’investimento complessivo iniziale per il laboratorio congiunto è stato di oltre 2 milioni su 5 anni.
«Siamo un’azienda familiare, sei fratelli e andiamo tutti d’accordo — prosegue Anghileri —. Nelle prossime settimane ci riuniremo per decidere come sviluppare l’impianto perché nei prossimi anni ci sarà grande richiesta di bioplastica. Abbiamo stabilimenti anche all’estero, siamo specializzati nei prodotti in carta per uso dolciario. Il pirottino che avvolge i Ferrero Rocher è un nostro brevetto».