Ma la svolta decisiva deve ancora arrivare
Gattuso tra l’emergenza infortuni e tre gare decisive
Romagnoli, lo stopper. È da questi dettagli che si distinguono le grandi squadre.
Detto questo è chiaro come la vittoria al 92’ di mercoledì non possa bastare a scacciare i fantasmi. Alcune criticità evidenti restano, prima fra tutte la fragilità difensiva: c’era ancora il Duce (1932) l’ultima volta che i rossoneri avevano preso gol in tutte le prime 10 gare di A. L’aspetto positivo è che erano 13 anni che non ne segnavano tanti, 20, sulla metà dei quali c’è il marchio di Suso: 4 reti, 6 assist. Oggi l’insostituibile
Scontri chiave
Biglia è k.o., tanti sono a mezzo servizio. Dopo l’udinese, le sfide chiave con Betis e Juve
è lui. La clausola di 40 milioni non si riattiverà a gennaio ma in estate sì: occhio al Real Madrid.
Domenica sera a Udine ci sarà, a differenza di Biglia che starà fuori un mese per il riacutizzarsi di un problema al polpaccio. Assenza serissima in un reparto dove il Diavolo è già a corto di soluzioni, anche se l’emergenza infortuni è ben più ampia e inquietante: oltre a Conti, Strinic e Caldara ora anche Kessie, Calhanoglu, Abate, Bonaventura e Calabria. Una serie di guai che inevitabilmente complica i piani di una settimana cruciale — giovedì a Siviglia il Betis in Europa League e domenica 11 la Juve a San Siro — e che suggerisce una riflessione: perché non reintegrare Montolivo, oggi ai margini? Perché pagarlo per nulla?