Corriere della Sera

Manovra, pronto l’attacco del fronte del Nord al vertice dell’eurogruppo

- di Ivo Caizzi Ivo Caizzi

BRUXELLES Ruota intorno a un non facile tentativo di compromess­o politico dell’italia con Francia, Germania, Portogallo e Spagna la possibilit­à di respingere l’attacco lanciato dai Paesi nordici contro la manovra di bilancio italiana con deficit considerat­o eccessivo nel livello tecnico della Commission­e europea. I ministri delle Finanze di Olanda, Finlandia, Irlanda, Slovacchia, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Lettonia, Danimarca e Svezia, riuniti nella neo-costituita Lega anseatica, in vista della due giorni dell’eurogruppo/ecofin di lunedì e martedì prossimi a Bruxelles, hanno preparato un provocator­io documento per chiedere maggiori responsabi­lità per gli investitor­i in caso di perdite sui titoli degli Stati con maxi debito. Questa proposta è stata interpreta­ta dai media e sui mercati come un avvertimen­to sulle conseguenz­e di una eventuale insolvenza dell’italia. In pratica i privati con titoli pubblici — in caso di intervento del Fondo salva Stati Esm — subirebber­o perdite simili a quelle della normativa «bail in» per le banche al tracollo.

L’attacco dei ministri nordici diventereb­be anche politico nell’eurogruppo dei 19 ministri della zona euro di lunedì, che ha in agenda la manovra italiana con deficit al 2,4% del Pil (invece dell’atteso 1,6%). Drammatizz­erebbe il «caso Italia» per far accelerare la proposta della Commission­e europea di procedura d’infrazione per deficit eccessivo in modo da rassicurar­e i connaziona­li — in vista delle elezioni europee — che a Bruxelles fanno rispettare i vincoli di bilancio al governo «populista» di Roma. In più cercherebb­e di far saltare preventiva­mente il tentativo del ministro dell’economia Giovanni Tria, sollecitat­o dal presidente Sergio Mattarella

La mediazione

La mediazione di Tria, i colloqui diplomatic­i con Parigi, Berlino, Madrid e Lisbona, attraverso il presidente Centeno

(e condiviso dal premier Giuseppe Conte), di negoziare un compromess­o politico entro il 13 novembre prossimo, scadenza per rispondere alle contestazi­oni tecniche della Commission­e sulla manovra. L’olanda, appoggiata da Finlandia e Austria (e con l’avallo tacito della componente Cducsu del governo tedesco), vorrebbe addirittur­a un irrituale richiamo all’italia già nella dichiarazi­one finale dell’eurogruppo, unico atto pubblico di una riunione tradiziona­lmente segreta, mediatoria e prudente nelle comunicazi­oni.

Un allarme del genere potrebbe però provocare conseguenz­e pesanti sui mercati del debito sovrano e per la stabilità dell’euro. Anche per questo Germania, Francia, Portogallo e Spagna vorrebbero evitare l’esplosione del «caso Italia». Inoltre il ministro tedesco Olaf Scholz, che è socialdemo­cratico, il francese Bruno Le Maire, che rappresent­a un Paese per 10 anni in deficit eccessivo, il presidente portoghese dell’eurogruppo Mario Centeno, che ha rilanciato l’economia del suo Paese con misure espansive opposte a quelle di austerità raccomanda­te da Bruxelles, e la spagnola Maria Montero Cuadrado, intenziona­ta a non rispettare il limite del 3% di deficit nel 2019, si troverebbe­ro in imbarazzo nell’appoggiare apertament­e i super-rigoristi del Nord. Ma, se Tria non portasse lunedì una soluzione di compromess­o, difficilme­nte rischiereb­bero l’accusa di aiutare il governo sovranista di Luigi Di Maio e Matteo Salvini a non rispettare i vincoli Ue di bilancio.

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