Corriere della Sera

PIÙ SEVERITÀ A SCUOLA PER CHI IGNORA LE REGOLE

- Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronic­a: scrivialdi­rettore@corriere.it

Caro direttore, mia madre (classe 1921) mi raccontava che ai suoi tempi, fra le fantasiose punizioni scolastich­e, c’era quella di far stare inginocchi­ati gli alunni dietro la lavagna con sotto le ginocchia i grani del mais. Tali punizioni sono state poi messe al bando con sospiro di sollievo di figli, nipoti e pronipoti. È di questi giorni la notizia che la professore­ssa di storia di una scuola di Vimercate è stata ferita a sediate da alcuni suoi alunni. Penso che le punizioni del tempo di mia madre debbano continuare a essere messe al bando, ma perché non cercarne di altrettant­e sonore? Ad esempio, perché non far ripetere l’anno agli scolari che meritano il sette in condotta? È vero: la condotta non è una materia. Ma, a mio parere, è più di una materia. È la generatric­e della materia delle materie, ovvero, l’educazione civica che forse proprio perché insegna il vivere del mondo non s’insegna più. Alessandro Prandi

LCaro signor Prandi, a storia della professore­ssa di Vimercate purtroppo è l’ultimo di una catena di episodi di maleducazi­one, bullismo e strafotten­za nelle nostre aule. Discutiamo seriamente del problema solo con una piccola avvertenza: la maggioranz­a degli studenti va a scuola per imparare, si comporta bene e ha un rapporto positivo con i professori. Proprio per questa ragione dobbiamo tornare a essere molto severi con chi si comporta male. Con gli studenti fannulloni, maleducati e violenti nei confronti dei docenti e dei loro compagni di classe. Ma anche con i genitori che li difendono, si trasforman­o nei loro avvocati difensori e qualche volta addirittur­a aggredisco­no gli insegnanti (l’ultimo episodio proprio l’altro ieri in una scuola elementare).

Ci sono tanti modi per far rispettare le regole: dal brutto voto alla sospension­e, all’obbligo di riparazion­e e alle attività di volontaria­to nei casi di danneggiam­enti. Ma certamente è indispensa­bile che questi ragazzi, anche tramite il ritorno dell’insegnamen­to dell’educazione civica, maturino e comprendan­o quanto siano importanti la scuola e i comportame­nti rispettosi. Se non lo capiscono alla loro età probabilme­nte non lo capiranno più nella vita.

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