Rifiuti o mobilità La carica dei piccoli
C’è il sindaco che si inventa l’album figurine dei residenti e quello che, pennello in mano, dipinge le pareti della scuola: è l’italia dei comuni virtuosi
ottomila abitanti in provincia di Trapani: attraverso i droni, la giunta guidata da Gaspare Giacalone controlla chi abbandona i rifiuti lungo le coste, problema che la Sicilia conosce bene. Non solo: ogni contenitore domestico o commerciale a Petrosino è dotato di un trasponder che monitora gli svuotamenti e «tutto il sistema dei rifiuti risponde a un unico software», dice il sindaco, esperto di finanza tornato in Sicilia dopo una carriera tra Londra e New York.
L’uso della fantasia
Quello che si materializza, scorrendo le storie dei paesi della rete, è un crescente uso dell’immaginazione da parte dei sindaci e degli amministratori. E quando Tagliabue dice «ci arrangiamo», esprime una profonda verità: in un periodo (che perdura da anni) in cui la politica nazionale viene percepita come un grande videogioco e non è sempre aderente ai bisogni delle piccole comunità, i sindaci diventano un approdo e si irrobustiscono.
Per Valerio Corradi, sociologo del territorio e docente all’università Cattolica di Brescia, «il bisogno di rafforzamento identitario e di radici nazionalistiche che vediamo sulla scena internazionale hanno in fondo la stessa matrice, e nascono dalle macerie di un sistema politico e dagli effetti collaterali della globalizzazione». La voglia di far parte di una comunità diventa più forte e i primi cittadini acquistano spazio, fiducia — a volte potere politico, come dimostrano le vicende nazionali degli ultimi anni. E quel consenso che a volte permette decisioni utili al rilancio di un paese.
Prendiamo Latronico, nemmeno cinquemila abitanti in provincia di Potenza. Qui la giunta si è inventata la banca del riciclo: il primo impianto pubblico che dà 8 centesimi per ogni singolo imballo di rifiuti (come alluminio o plastica) consegnato. Questi soldi potranno poi essere spesi nei negozi che aderiscono all’iniziativa. Ogni buona pratica insomma si lega a un’altra: la raccolta dei rifiuti non basta se non coinvolge cittadini, negozianti, associazioni.
E forse è così che si prepara il terreno giusto affinché germoglino esperienze come quella di Malegno, borgo della ricca Valle Camonica, «regno» democristiano prima e oggi terra di conquista della Lega: il paese ha ideato un sistema di micro accoglienza diffusa dei migranti, che vengono impiegati in diverse attività pubbliche — dalla cura del verde urbano all’agricoltura — utilizzando i fondi Sprar, cioè quelli finalizzati all’accoglienza dei richiedenti asilo. Il sindaco del comune virtuoso, Paolo Erba, spiega che «una ventina di paesi della zona aderiscono, non siamo i soli».
Il taxi sociale e i vestiti usati
Il contagio di cui parlava Boschini è anche questo: inoculare una visione culturale che faccia leva sul senso di appartenenza a un progetto, a un’idea, a una rivoluzione. Chissà, forse è così che scompaiono i pregiudizi. Non soltanto quelli che hanno come bersaglio persone nate in un altro Paese, ma anche categorie come gli anziani. A Racale, provincia di Lecce, il sindaco Donato Metallo ha lanciato il taxi sociale per le persone non autonome: un sistema che aiuta a fare la spesa, a comprare le medicine o a sostenere una visita medica. Come lo si paga? Con gli indumenti usati: un’azienda locale ha accettato di raccogliere vestiti dismessi e in cambio cede alcune centinaia di euro al mese. Ma Metallo (38 anni, emanazione di una lista civica) ha fatto anche altro e passerà alla storia come il «sindaco imbianchino»: «Ma no — ride —, è che stavamo ripitturando la scuola e così io e la giunta siamo andati a dare una mano. Poi, vedendo le foto e i video su Facebook, a noi si sono uniti anche altri abitanti e alla fine un supermercato locale ha offerto il pranzo a tutti».
Una caratteristica che lega molti questi sindaci è la longevità amministrativa. Metallo è già al secondo mandato, mentre Leonardo Adami, sindaco di Alonte (Vicenza) è stato eletto nel 2014 quando aveva appena 22 anni. Le buone pratiche rafforzano la salute? Di certo alimentano un circuito che passa dai rifiuti alla cultura. Per esempio Monte Grimano Terme, provincia di Pesaro e Urbino, è diventato famoso come il «paese del bookcrossing». Quando non c’è né una biblioteca né una libreria ma c’è voglia di leggere, ecco che si inventano le «casette dei libri», cabine color lilla fatte da un artigiano locale, dove si possono prendere a prestito o lasciare libri.
Ci si arrangia, come dice Tagliabue. E il contagio virtuoso in certi casi è palpabile: a San Bellino, altro comune dell’associazione, in provincia di Rovigo, è capitato che per un anno la macelleria locale (la storica Agostini) mettesse a disposizione il dieci per cento del ricavato per finanziare attività sociali.
d Cerchiamo un contagio positivo: i sindaci si parlano tra di loro e si copiano a vicenda le buone pratiche. Nell’associazione non conta il colore politico, solo le idee illuminate in fatto di ambiente, stili di vita, territorio e gestione dei rifiuti
Se smetti ti cancello
L’associazione si sta mano a mano ingrandendo, poiché sono entrati comuni grossi come Parma, Bergamo o Trento. «Però vorremmo che lo spirito originario non si perdesse», auspica Boschini. Anche perché un associato (che versa da un minimo di 100 a un massimo di 5mila euro annui come quota) può essere espulso nel momento in cui non rispetta più le buone pratiche per le quali era stato ammesso. È successo eccome e per giunta è toccato proprio a Vezzano Ligure (La Spezia), che non è un borgo qualunque, ma è uno dei comuni fondatori dell’associazione — che è nata nella sala consiliare di Vezzano in un patto stretto con Monsano, Colorno e Melpignano. La virtù è eterna finché dura.
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Noto una crescente voglia di comunità, desiderio di far parte di un progetto perché un intero sistema politico è ormai finito. Così si rafforza il locale, a cominciare dai primi cittadini, verso i quali c’è fiducia