La tecnologia può valere 60 miliardi «Più della metà del Pil sarà hi-tech»
Poggi (Deloitte): scegliere le priorità. Domani l’innovation Summit a Milano
Ora c’è un numero e c’è anche una formula per ricavarlo. L’innovazione si può misurare: vale il 50% della crescita del Prodotto interno lordo di un Paese. Per l’italia, significa 7,4 miliardi di euro l’anno. Pochi? Forse sì, considerato che secondo l’ocse lo sviluppo del Pil atteso per il nostro Paese da qui al 2022 sarà solo del 3,4% rispetto agli ordini di grandezza di tre-quattro volte superiori che nello stesso periodo interesseranno Stati Uniti, Cina, Israele, Nuova Zelanda e Corea del Sud.
Impossibile raggiungere tali livelli? Forse no, se sapremo applicare in maniera corretta la formula per generare valore dall’innovazione. E cioè: V uguale ad A per P elevato alla E che, fuor d’oscura metafora algebrica significa che l’innovazione (V, appunto) si ricava moltiplicando gli asset di un Paese (A, cioè le risorse naturali e il capitale umano) per le politiche industriali di un governo (P, che spaziano dagli investimenti pubblici agli incentivi). Tutto ciò, ovviamente, si porta a valore se esiste un ecosistema di attori privati pronti a credere nell’innovazione (E, vale a dire i capitali e le imprese).
Di come far funzionare al meglio questa formula si parlerà domani al secondo Innovation Summit organizzato a Milano da Deloitte (ore 10 alla Deloitte Arena, Citylife, Largo Domodossola 1) a cui parteciperanno il fondatore del fondo 360 Capital Partner, Fausto Boni, il chief innovation officer di Cereal Docks, Giacomo Fanin, il presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini, il chief in- formation process and business transformation officer di Amadori, Gianluca Giovannetti, il direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana, il fondatore di Innogest, Claudio Giuliano, il presidente di illycaffè, Andrea Illy, il docente alla Federico II di Napoli, Luigi Nicolais, lo chef Davide Oldani, l’innovation leader di Deloitte Italia, Andrea Poggi, il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, il responsabile di «Corriere Innovazione», Massimo Sideri, il presidente di Nautica italiana e di Perini Navi, Lamberto Tacoli e l’inventore del World Wide Web (il www davanti agli indirizzi Internet) Sir Tim Bernerslee.
«Noi crediamo — spiega Poggi — che l’italia possa raddoppiare se non addirittura quadruplicare il contributo che l’innovazione può dare alla crescita del Pil. Significa passare in quattro anni da 30 a 60 fino alla soglia ideale di 120