Inter e Napoli bene nelle supersfide
Il Barcellona domina, segna con Malcom ma il solito Icardi replica nei minuti finali
Sofferenza e estasi. Il terzo gol di Icardi in Champions League, il 9° della stagione, è un gelato alla crema nella sofferenza di una partita quasi impossibile, che il Barcellona domina dall’inizio alla fine, con il gioco, il possesso, l’autorevolezza della grande squadra. Handanovic, il migliore in campo per distacco, tiene in piedi i nerazzurri con sei grandi parate, tre sullo scatenato Coutinho, che ci teneva da matti a far bella figura nel suo vecchio stadio. Il gol rapido di Malcom, 120’’ dopo essere entrato al posto di Dembelè, sembra rendere vana l’orgogliosa resistenza nerazzurra. Ma c’è sempre Icardi, un centravanti per amico, nel lungo viaggio della Champions.
Maurito, 4 minuti dopo il vantaggio spagnolo, trasforma nel provvidenziale pareggio il primo e unico tiro nello specchio della porta della sua squadra. Icardi è l’essenza del centravanti: ha un’occasione e la sfrutta. L’azione del pari miracoloso l’accende Lautaro Martinez, mossa della disperazione di Spalletti. L’inter pareggia ancora una volta nel finale e se non ci fosse la vittoria del Tottenham in rimonta sul Psv sarebbe una serata perfetta. Ma anche così non è male. Con un pareggio a Londra, nella tana degli Spurs, sarebbe qualificata.
Valverde spedisce Messi in tribuna e sceglie la stessa formazione dell’andata con l’unica variante di Dembelè al posto dell’ex Rafinha. Una mossa azzeccata. Il francese dopo appena 90 secondi spaventa Handanovic e dà la misura di cosa sarà la partita. Il Barça recita a memoria: possesso palla, triangolazioni veloci e basse, controllo assoluto della partita. Il piano di Spalletti fallisce miseramente anche stavolta, come al Camp Nou. Il tecnico rilancia Nainggolan esterno sinistro nel 4-3-3 confermato per la terza volta di fila dopo le squillanti vittorie con Lazio e Genoa. Ma non è una questione di moduli. Il Barcellona è superiore, ha la forza della conoscenza, la presunzione che deriva dalla consapevolezza del proprio valore, la qualità per imporre il proprio gioco. L’inter tenta il pressing altissimo ma dopo 5 minuti è costretta a giocare ripiegata su se stessa, affidando il proprio destino a sparute ripartenze e chiude il primo tempo senza neppure un tiro in porta.
Il Barcellona ha un solo difetto. Non segna. Difesa alta,
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Handanovic Potevamo fare di più e dopo l’1-1 mi sono detto: la vinciamo
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Icardi Un buon pari, male il primo tempo, poi siamo cresciuti
centrocampo lesto a far girare la palla in cui ancora una volta sorprende la qualità del giovane brasiliano Arthur, attacco liquido ma non preciso. I catalani hanno sempre la palla tra i piedi (61% di possesso all’intervallo) e tirano in continuazione. Handanovic già nel primo tempo salva prima su Coutinho e poi sul Pistolero, mentre Rakitic con un destro fulminante non trova lo specchio della porta.
Nella ripresa l’inter prova a alzare il baricentro e a tenere il pallone, ma inevitabilmente si scopre e viene salvata a ripetizione da Handanovic, che si arrende solo al neo entrato Malcom, che in estate doveva andare alla Roma e in Catalogna considerano un oggetto misterioso. Per fortuna c’è Icardi, il salva Inter. L’eroe di una squadra che non molla mai. Decimo gol nell’ultimo quarto d’ora. Non è certo una casualità.