Se il verdetto arriva dopo 6 processi e 14 anni
Ci sono voluti 14 anni per avere una sentenza definitiva. E, soprattutto, la rinuncia di Marco Tronchetti Provera alla prescrizione fissata dalla legge, senza la quale la storia dello spionaggio e del controspionaggio ai danni di Telecom Italia da parte dell’agenzia di intelligence Kroll sarebbe rimasta senza una fine chiara. Che invece adesso c’è: dopo aver visto
I tempi e gli effetti
I tempi della giustizia hanno prodotto effetti anche sulla storia di Telecom
per due volte la Cassazione annullare la sentenza di assoluzione per Tronchetti, la Corte d’appello di Milano ha stabilito per la terza volta che «il fatto non costituisce reato». Il «fatto» è l’acquisizione di un cd su cui Kroll aveva archiviato informazioni su Telecom Italia, Brasil Telecom e su Tronchetti. Questo dovrebbe far riflettere chi pensa alle élite come il male di questo Paese, alla classe dirigente come un freno, e che non tutto è come si crede. La riflessione amara è piuttosto che, utilizzando la vicenda di Tronchetti e di Telecom, si sia alimentata una cultura negativa e anti impresa in questi lunghi anni. Il vicepresidente e amministratore delegato della Pirelli dunque è innocente. Chissà quante altre sentenze sparate sulla Rete alla velocità di un tweet si riveleranno sbagliate. Chi accusa dovrebbe avere anche l’onestà di riconoscere assoluzioni o proscioglimenti. Da questo punto di vista, la vicenda di Tronchetti è anche un riscatto nei confronti di un mondo, quello degli imprenditori, messi troppo spesso sotto accusa. Tronchetti ha insistito, ha rinunciato alla prescrizione. Non tutti hanno la forza o possono permetterselo. Anzi, è una rarità. Ma non è una rarità vedere processi durare decenni. Pensare che i tempi e la giustizia non abbiano pesato sulla storia di Telecom sarebbe miope. All’epoca dei fatti Tronchetti era il presidente e da lì a poco inizierà una parabola che tra scambi di accuse e processi porterà Pirelli fuori dal gruppo telefonico. Mancava solo l’ultimo capitolo di questa lunga storia, che ora è stato scritto in modo chiaro. Dovrebbe essere utile a ribaltare (si spera) l’idea che chiunque in Italia faccia impresa è comunque colpevole di qualcosa.