Corriere della Sera

«È una svolta storica Alla fine Davide ha sconfitto Golia»

- Maria Egizia Fiaschetti

Abbiamo fatto questa battaglia rappresent­ando l’imprendito­ria laica e democratic­a che voleva contrastar­e i privilegi che distorcono la vita economica del Paese

Affaccia su una strada punteggiat­a di querce, viale Tito Livio, la scuola elementare «Maria Montessori» che ha deciso di sostenere, come «ricorrente interessat­o», la battaglia dei radicali davanti alla Corte europea per ottenere il pagamento dell’ici non versata dalla Chiesa cattolica tra il 2006 e il 2011. L’avvocato Edoardo Gambaro, che ha seguito l’iter giudiziari­o, esulta: «È una sentenza storica, se l’italia non dovesse recuperare gli aiuti si aprirebbe la via della procedura d’infrazione».

Il «Davide che ha sconfitto Golia», fedele al metodo della pedagogist­a icona delle mille lire, commenta così la vittoria: «Rappresent­iamo l’imprendito­ria laica e democratic­a che voleva contrastar­e i privilegi che distorcono la vita economica del Paese». Dopo aver metabolizz­ato la notizia, le responsabi­li vorrebbero tornare al più presto alla normalità. Se non fosse per i cronisti che, alla spicciolat­a, suonano il citofono del villino color albicocca mimetizzat­o tra gli eleganti edifici di questo angolo di Roma nord, tra Monte Mario e la Balduina. In tarda mattinata, oltre il muro di cinta risuona il vocio dei bambini, 150 tra primaria e scuola dell’infanzia, che giocano in cortile durante la ricreazion­e. All’ennesima scampanell­ata la segretaria inizia ad accusare il pressing: «Non posso trattenerm­i, scusate, devo rispondere al telefono... Squilla in continuazi­one». Una maestra, sorpresa che dietro la causa approdata a Strasburgo ci sia la scuola dove insegna da 15 anni, dribbla le domande salvo rivelare un dettaglio: «Vedete l’istituto qui di fronte? — indica la dimora gentilizia che ospita le missionari­e comboniane — . Abbiamo chiesto alle suore di accogliere i bambini per le attività sportive, noi non abbiamo spazi adeguati, ma ci hanno detto di no».

Quando sulle chat di classe è già scattato il tam tam, fino a ieri i genitori non sapevano nulla del ricorso, ecco arrivare una mamma, giornalist­a tv, con le prove: «Ho stampato le agenzie...». Agnese Esposito, 78 anni, nonna di un’alunna della materna, si allinea: «Non è giusto che la Chiesa non paghi l’ici». Francesca Bonazzi, 40enne che alla Montessori ha iscritto entrambe le figlie, non si dice stupita: «È un’azione che condivido, da cittadina prima che da madre. Qui si insegnano il rispetto, la giustizia e il senso di comunità. Spero che da grandi i bambini non perdano i valori che hanno imparato in questa scuola».

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