Simona tra le macerie a Marsiglia «Quel palazzo le faceva paura»
Da Taranto in Francia per fare la traduttrice. Quattro vittime, si scava tra i detriti
MARSIGLIA Davanti al municipio del settore 1 di Marsiglia un gruppo di abitanti del quartiere Noailles grida la sua rabbia contro i politici e i funzionari del comune — «assassini!» —, e una signora tira un gran ceffone a un agente in borghese che le ha chiesto di calmarsi con poco riguardo. Al di là della porta protetta dai poliziotti ci sono le famiglie dei dispersi e gli abitanti sopravvissuti: a pochi metri da qui, al 65 rue d’aubagne, i palazzi che tutti dicevano «prima o poi crolleranno» si sono davvero sbriciolati, lunedì mattina. Da due giorni i pompieri sperano di trovare qualcuno ancora vivo, ma per adesso hanno estratto quattro cadaveri, due uomini e due donne non ancora identificati, e non si hanno più notizie di altre sette persone.
Tra i dispersi c’è una ragazza italiana, Simona Carpignano, 25enne di Taranto, che dopo la laurea in lingue si era trasferita prima a Parigi poi a Marsiglia per lavorare come traduttrice dall’arabo e dal cinese. I suoi genitori sono arrivati ieri mattina, accolti dal console Alessandro Giovine. «Per adesso non ci sono notizie di Simona», ha confermato in serata il padre.
Noailles è uno dei quartieri più centrali, pittoreschi e fatiscenti di Marsiglia, un luogo multietnico lasciato da decenni all’abbandono. «I quartieri dei ricchi e lo stadio però li rinnovano!», gridano i manifestanti davanti al municipio. Noailles non è stata sfiorato dalla gentrificazione che in tante città del mondo trasforma zone povere in ambienti ristrutturati e alla moda, posti meno autentici ma più sicuri. Qui ci sono vecchi negozi senegalesi e algerini, sono venuti ad abitarci giovani con pochi soldi, l’atmosfera è multiculturale, vivace e fraterna, ma le case sono marce, da anni, e gli amministratori dei condomini e il comune ancora ieri si incolpavano a vicenda per la più clamorosa delle tragedie annunciate.
L’ultimo sopralluogo risale a metà ottobre e Christophe Ignacio, uno dei due muratori intervenuti, dice che «un muro portante era già mezzo crollato, in pratica il palazzo si reggeva su tre zampe». «I muri si spostavano, entrava l’acqua, tutti pensavamo che sarebbe venuto giù tutto», dice Sophie Dorbeaux, 25 anni: domenica sera ha avuto il presentimento che le ha salvato la vita ed è andata a dormire dai genitori. Sophie conserva nel telefonino il messaggio Trent’anni Simona Carpignano, di Taranto, dispersa a Marsiglia vocale dell’amministratore del condominio che il 26 ottobre le dice «tutto ok, le riparazioni sono state eseguite». La sua vicina del terzo piano era Simona, che pochi giorni fa ha passato una serata a casa dell’altro vicino di casa Fabien, scultore 50enne. Il compagno di Fabien, Sylvain, ha raccontato al quotidiano La Provence che «Simona voleva andarsene e continuava a dirci che il palazzo sarebbe crollato, ma noi la rassicuravamo, non volevamo crederci». ● I due edifici, molto vecchi, si sono sbriciolati