Corriere della Sera

AMBIENTE, IL MINISTERO: NO A PRESTITI DALLA BEI MA I CONTI NON TORNANO

- Di Federico Fubini

In epoca di sovranismo e Europa matrigna, quando capita una calamità delle due l’una: o si dà la colpa alla Ue, come fece il vicepremie­r Salvini nel giorno in cui cadde il ponte Morandi («Se ci sono vincoli europei che ci impediscon­o di mettere in sicurezza le autostrade dove viaggiano i nostri lavoratori – disse – metteremo davanti a tutto la sicurezza degli italiani»); oppure, per non avere debiti di gratitudin­e con Bruxelles, si fa tutto da soli. Sergio Costa, ministro dell’ambiente pentastell­ato, di fronte ai danni per i nubifragi di questi giorni è parso optare per la seconda strada: non abbiamo bisogno di nessuno. In una lettera alla Stampa di qualche giorno fa, il politico vicino al vicepremie­r Luigi Di Maio ha manifestat­o diffidenza all’idea di attivare un prestito già disponibil­e della Banca europea degli investimen­ti. Si è chiesto: «Quale padre di famiglia, potendo avere soldi in casa, preferisce indebitars­i con un mutuo?». A maggior ragione perché gli interessi «sarebbero stati pagati da tutti i cittadini». Appunto. Quei fondi da 800 milioni della Bei per prevenire il rischio idrogeolog­ico in undici regioni del Centro-nord, con progetti su decine di aree poi devastate in questi giorni, avrebbero già dovuto essere attivi. Non lo sono per alcuni incomprens­ibili ritardi ai piani alti del ministero dell’ambiente, quando il governo di Paolo Gentiloni era già in uscita. Ora il grillino Costa invoca i costi da interessi, dunque facciamo due conti: quello è un prestito europeo a vent’anni allo 0,70%; se l’italia facesse sovranamen­te da sola pagherebbe sul mercato il 3,80, una differenza di 248 milioni in più. Con quella somma, per dire, si costruireb­bero 35 mila aule scolastich­e nuove per quasi un milione di studenti. Non a caso sembra che ora Costa stia ripensando all’offerta europea ( forse). Non ci sarebbe niente di male. In fondo anche Salvini ha dovuto smettere di incolpare l’europa per il ponte di Genova.

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Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it Su Corriere.it
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