LE MENSE E I NEGOZIETTI NO APARTHEID, SÌ CONTROLLI
Caro Aldo,
Salvini ritiene pericolosi i negozi etnici e propone di farli chiudere alle 21 considerandoli centri di spaccio di droga, alcol e frequentati da «casinisti». La stessa cosa si può affermare per le discoteche e gli esercizi non etnici, aperti fino all’alba, dove si beve alcol, si spaccia droga e i «casinisti» (in massima parte italiani) abbondano. Ugo Barbi Le scuole non svolgono attività di ristorazione; quindi, per la mensa, si appoggiano a società che vanno pagate. L’istruzione è gratuita ma il pranzo va pagato. Permettere a chi non paga di avere il pasto gratis è una discriminazione nei confronti di tutti i bambini in regola con le rette. Luca Alfonsi
Cari lettori,
Itemi legati all’immigrazione e all’integrazione continuano a essere i più dibattuti. A volte è meglio lasciar posare le polemiche e le strumentalizzazioni per ragionare con maggiore serenità. Certo che la mensa scolastica è un servizio e va pagato. Ma nel caso di Lodi, non prendiamoci in giro, la sindaca non ha fatto la sua mossa per recuperare risorse; l’ha fatta per rendere la vita più difficile ai figli di immigrati, che infatti si sono ritrovati a mangiare in una sala diversa da quella degli altri bambini, prima dell’intervento generoso di privati. Ma in Italia non può essere consentita una forma strisciante di apartheid. Sessant’anni dopo Rosa Parks, non ci possono essere posti riservati ai neri e ai bianchi sulla metro (antica proposta di Salvini quand’era ancora il leader della Lega milanese). Ricordiamoci che gli attentati islamici a Londra e a Parigi non li hanno fatti gli immigrati di prima generazione, ma i loro figli, che si sono sentiti esclusi e diversi.
Altro discorso è ripristinare la legalità, sospesa in troppi quartieri. Troppi spacciatori, spesso stranieri, agiscono impuniti. Magari anche nei negozietti etnici, che non vanno criminalizzati (esistono in tutte le grandi città americane ed europee), ma controllati. E i controlli non sono mai abbastanza. Se la legge attuale non consente di tenere gli spacciatori in galera, cambiamola, e costruiamo nuove carceri. Non possono esistere zone franche nelle città italiane. L’integrazione si costruisce anche così, facendo rispettare a tutti le nostre regole e i nostri valori.