Svolta Premium di Mediaset, Sky cresce ancora I dubbi di Tim
Mediaset si prepara a uscire definitivamente dal business della pay tv esercitando l’opzione per cedere a Sky la piattaforma su cui gira Premium, di cui a marzo la tv satellitare aveva già rilevato i canali. Per il Biscione è una buona notizia, festeggiata in Borsa con un rialzo del 2,4%, poiché senza più la pay tv Mediaset interrompe una serie di perdite e potrà concentrarsi sul core business e sulla crescita. Anche Sky può brindare perché con questa operazione (che dovrà passare l’esame Antitrust) torna di fatto monopolista in Italia nella pay-tv. È vero che ormai tutto passa sulla rete e che a fare il mercato sono le «over the top» come Netflix o Amazon Prime. Ma anche Sky oggi arriva nelle case in banda larga e conosce molto bene profili e gusti dei propri abbonati. Sullo sfondo del riassetto nella pay-tv resta l’incertezza su cosa farà adesso Tim. Premium era la promessa sposa del gruppo telefonico nell’ambito di un Pier Silvio Berlusconi, 49 anni, è amministratore delegato di Mediaset piano studiato da Vivendi per creare l’anti-netflix europea. Piano avviato dopo l’acquisto del 24% di Tim da parte di Vincent Bolloré. Le cui ambizioni, tuttavia, hanno mandato all’aria i piani. Vivendi aveva un contratto per acquistare Premium, strappato all’improvviso da Bolloré per tentare un’audace scalata a Mediaset. Quello che è successo dopo è noto: Fininvest e Mediaset hanno denunciato Vivendi in Tribunale e per il gruppo francese, ma anche per Tim, la strada è diventata tutta in salita. Anche se Timvision sta crescendo, senza Premium oggi è difficile immaginare un modello di business vincente nei media per Tim. Un’eventuale cessione della rete, farebbe aumentare le incertezze. E così, se ci sarà, l’anti-netflix non potrà che nascere nel campo di Sky la quale, per ironia della sorte, dopo essersi rafforzata nella pay tv si prepara a fare concorrenza proprio a Tim come operatore telefonico.