Dal cibo fino alla medicina Ecco i «competence center»
I temi della tavola rotonda. Con scienziati e chef
Mentre la Cina lancia in orbita la prima luna artificiale al mondo per illuminare le strade in un cerchio di 5 mila km quadrati, l’italia crea il suo primo network, a forma di triangolo, per il trasferimento tecnologico in grado di mettere in contatto la ricerca delle università italiane con la domanda d’innovazione delle imprese. Obiettivo, catturare i finanziamenti europei.
Dopo i Parchi scientifici del Mezzogiorno, i distretti tecnologici ed i cluster tecnologici nazionali, arrivano ora i competence centre. Milano, Napoli e Genova sono tre degli otto centri di eccellenza che il governo sosterrà finanziariamente (con 73 milioni di euro) per promuovere l’innovazione tecnologica nel paese, sotto forma di partenariato pubblico-privato. Del ruolo di aziende e istituzioni nell’ecosistema dell’innovazione si parla oggi all’innovation Summit di Deloitte, in una tavola rotonda moderata da Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera.
«Il nostro competence centre non sarà solo un laboratorio di eccellenza universitario, ma un hub per la trasformazione digitale delle pmi, che necessitano sempre più di supporto accademico — dichiara Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano —. Saranno le imprese a guidare la trasformazione digitale di altre imprese e non l’ateneo, che dal Ministero dello Sviluppo Economico ha ottenuto 7 milioni di euro». Si chiamano politiche d’innovazione condivise e saranno la svolta per un’italia più innovativa e digitale.
«Alle aziende non chiediamo di diventare partner nella ricerca, ma della politica industriale, stando al nostro fianco nei bandi pubblici, nella formazione e nei fondi di venture capital». Al sud, capofila nell’innovazione è l’università Federico II di Napoli dove insegna Luigi Nicolais, ex ministro della Funzione Pubblica e dell’innovazione nel secondo Governo Prodi. Lo scienziato di fama mondiale è anche presidente di Campania Digital Innovation Hub, l’organismo di Confindustria che affianca l’ateneo partenopeo nella trasformazione digitale delle imprese. «Il Mise stanzierà 15 milioni per il nostro hub. Per la competitività del paese è fondamentale riempire di conoscenza i prodotti ed applicare i sistemi industriali avanzati alla manifattura. Perché ad interessare non è la macchina, quanto la capacita dell’uomo di gestirla».
Nicolais l’ha fatto con la startup Materias che, «grazie alla collaborazione della società svizzera Ibsa, ha brevettato il primo cerotto al posto dell’ago, in grado di rilasciare il farmaco sottopelle senza dolore». Addio alle siringhe e addio alla disoccupazione, visto che il cerotto si produrrà in Campania. Anche a Genova, l’università avrà il suo centro di competenza. Con il dipartimento di Ingegneria navale dell’ateneo, l’associazione delle imprese nautiche ha firmato un protocollo d’ intesa per promuovere progetti di ricerca e trasferimento di tecnologie in ambito marittimo.
Proprio il settore navale è chiamato ad affrontare con spirito innovativo le onde del climate change che devastano la costa. «Stiamo sviluppando imbarcazioni ibride con batterie sempre più piccole», spiega Lamberto Tacoli, ad di Perini Navi. Gli eco-yacht non inquinano e consentono di entrare nei parchi marini. E, alla virata ecologica della nostra nautica, di navigare finalmente con il vento in poppa. Sotto la luna piena.
Le zone da valorizzare
Milano, Napoli e Genova sono tre degli otto centri di eccellenza che il governo sosterrà con 73 milioni