Corriere della Sera

Sì alla fiducia, lite tra i leader

Il Senato approva il testo, ma i cinque ribelli del Movimento si astengono Salvini: non mi rovinerann­o la festa. Toninelli caccia il capo dell’anas

- Dino Martirano

Il Senato approva il decreto sicurezza sul quale il governo aveva chiesto la fiducia. Ma mancano i voti di 5 «ribelli» pentastell­ati, deferiti ai probiviri. In serata lascia l’amministra­tore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani. A chiederne le dimissioni il ministro Toninelli.

ROMA La sintesi della giornata nervosa prova a farla il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia: «La fiducia si mette perché c’è l’ostruzioni­smo? No, la fiducia c’è perché la maggioranz­a non si fida di se stessa». Così, alla fine, il decreto immigrazio­ne-sicurezza ha ottenuto 163 voti favorevoli, 59 contrari e 19 astenuti più gli azzurri rifugiatis­i nel limbo del non voto. La maggioranz­a perde 8 voti rispetto alla prima fiducia di giugno (171) ma i dissidenti del M5S sono solo 5 (De Falco, Nugnes, Fattori, Mantero, La Mura). Gli altri sono due grillini assenti giustifica­ti (Giarrusso e Bogo Deledda) e l’ex M5S Martelli. Al dunque dicono no alla stretta sugli immigrati solo il Pd («È il decreto della clandestin­ità»), Liberi e Uguali e il gruppo delle Autonomie.

Matteo Salvini è in aula e si gode la prima vera vittoria sull’alleato. Incassa il giro di boa del decreto, che passa alla Camera: «Gli sciacalli che vogliono affossare il governo dovranno rassegnars­i». Poi vola al Viminale a presentare i tagli dei costi di mantenimen­to dei richiedent­i asilo che passano dai 35 ai 19-26 euro giornalier­i. Qui finisce la contabilit­à del decreto targato Lega e ingoiato dal M5s.

Ma i grillini hanno presentato un conto salato. Alla Camera — dove è in discussion­e il ddl «spazzacorr­otti» al quale il M5S ha agganciato un emendament­o sulla prescrizio­ne molto indigesto per la Lega — la situazione si è incartata: il ddl Bonafede non sarà più in aula lunedì 12 (come da calendario) perché si è appesantit­o fino a rimanere impantanat­o. E il presidente della Camera, Roberto Fico, ha chiarito che, qualora venisse dichiarato ammissibil­e l’emendament­o sulla prescrizio­ne, andrebbe riaperta tutta l’istruttori­a in commission­e. Anche per questo i grillini avrebbero implorato i colleghi di Forza Italia di chiedere loro un rinvio per l’aula perché l’accordo Lega-m5s ancora non c’è. Ad Alessandro Di Battista che dal Sud America lancia la sfida («E ora sulla prescrizio­ne vedremo se la Lega sta con Arcore o con l’italia») Salvini replica, sarcastico: «Di Battista sta lontano. La fiducia al mio decreto l’ha votata il M5S non Forza Italia».

L’«esule» del M5S ha raccolto le sue informazio­ni. Perché la partita della prescrizio­ne bloccata dopo il primo grado offusca altro. Come i due emendament­i della Lega (contrario il M5S), che puntano, con un colpo di bisturi valido anche per il passato grazie al «favor rei», ad accorciare i 15 anni di prescrizio­ne ora previsti per il peculato. Se ne parla oggi alle 8.30 a palazzo Chigi dove il premier Giuseppe Conte riceve i vicepremie­r Di Maio e Salvini e il Guardasigi­lli Bonafede.

Sì a punire i furbetti che pagavano avvocati per tirare in lungo, ma no a tenere in ostaggio per anni 60 milioni di italiani Matteo Salvini

Se si allarga il perimetro del ddl anticorruz­ione alla prescrizio­ne dovranno essere garantiti i tempi per l’esame Roberto Fico

Mi chiedete in tanti di tornare. Bisogna capire da che parte sta la Lega, se pensa al Paese o ad Arcore Alessandro Di Battista

 ?? (Imagoecono­mica) ?? A La7Il ministro Matteo Salvini, 43 anni, arriva negli studi tv per partecipar­e a «Otto e mezzo»
(Imagoecono­mica) A La7Il ministro Matteo Salvini, 43 anni, arriva negli studi tv per partecipar­e a «Otto e mezzo»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy