«Il Veneto resta sotto i livelli pre-crisi Costi alti, non siamo più competitivi»
«L’analisi della situazione deve essere lucida e onesta. Alcuni settori in Veneto non torneranno ai livelli pre-crisi. Almeno non nel breve periodo. Elettrodomestici, legno -arredo, automotive hanno perso troppa capacità produttiva».
Ma voi imprenditori non dovreste essere ottimisti per contratto?
«Ottimisti sì. Miopi no», ri- sponde dal Canada Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto.
Cosa impedisce il recupero?
«Da una parte la forte competizione internazionale ci spinge ad abbassare i prezzi. Dall’altra in Italia resta una struttura dei costi più alta rispetto ad altri Paesi. Così i margini si riducono. Il che comporta investimenti ridotti, minore ricerca e sviluppo, meno marketing».
La reputazione del made in Italy dovrebbe permettere prezzi più alti.
«Era così, in parte lo è ancora ma i mercati cambiano, i concorrenti migliorano i loro prodotti».
Ricette?
«Ridurre la struttura di costo del nostro Paese. Non ce ne sono altre».
Siamo alle solite: burocrazia, giustizia civile, costo del lavoro troppo alto a causa del cuneo fiscale...
«Sì, siamo alle solite ma non mi pare che si stiano affrontando i problemi. Anzi. E intanto la crescita media dell’export è dimezzata. Stiamo perdendo spazi di mercato all’estero. Mentre il mercato interno non dà certo segnali di ripresa».
Dal primo novembre è entrato in vigore il decreto dignità. Le imprese venete stanno stabilizzando i contratti a termine?
«Purtroppo no. C’è troppa incertezza. Le imprese non possono permettersi di aumentare i costi fissi. Piuttosto rinunciano a una commessa una tantum».
Quota 100 vi aiuterà però ad abbassare l’età media dei dipendenti e fare entrare giovani.
«Di certo perderemo personale esperto. Per molti non ci
Matteo Zoppas
d Fare buoni prodotti non basta più, gli altri migliorano la qualità e le nostre imprese hanno costi troppo alti
saranno le condizioni di mercato per effettuare i rimpiazzi».
Negli ultimi vent’anni la produttività del lavoro è aumentata dello 0,4% mentre quella del capitale è diminuita dello 0,7%. Le imprese hanno smesso di investire?
«Come le dicevo i margini per investire si sono ridotti. Il piano Impresa 4.0 aveva invertito la rotta. Purtroppo la legge di Bilancio lo sta depotenziando».
Ma i vantaggi per le piccole imprese restano. Sono le grandi a perdere l’iperammortamento.
«E il Veneto è fatto di piccole imprese. È questa l’equazione? Guardi che non funziona così».
E come funziona?
«La guerra non è tra grandi e piccoli in Italia ma con i competitor internazionali. Le assicuro che è un confronto durissimo. Gli altri Paesi lo combattono con i cannoni, le nostre imprese vanno armate di fucile. Se teniamo conto di questo, i risultati che porta a casa il nostro sistema produttivo sono addirittura sorprendenti. Ma mi faccia dire un’altra cosa di Impresa 4.0».
Prego.
«Cavallo che vince non si cambia. Queste misure andrebbero mantenute, in particolare il credito d’imposta per la formazione dei nuovi professionisti».
Diranno che ce l’ha con il governo gialloverde...
«No guardi, io non ce l’ho con nessuno. Stiamo alla concretezza dei problemi. Dobbiamo cercare tutti di dimostrare senso di responsabilità, attaccamento al nostro Paese e rispetto delle istituzioni. E tanta capacità di dialogo. Il momento è dei più difficili».