Corriere della Sera

«Criminale spietato» L’aja vuole il boia libico (ma Haftar lo protegge)

Al Werfalli è accusato dell’uccisione di 33 jihadisti L’italia dopo il finto arresto: «Sia processato»

- DAL NOSTRO INVIATO Francesco Battistini (Ha collaborat­o Farid Adly)

L’ultima volta, non gli è bastato ammazzarli. Ha chiamato una piccola folla davanti alla moschea Bi’at al-radwan di Bengasi, dov’erano esplose due autobombe. Poi ha fatto portare dieci jihadisti, tutti nella divisa azzurra dei carcerati. Li ha bendati, mani e piedi legati. Li ha messi in ginocchio, uno di fianco all’altro. E uno dopo l’altro li ha uccisi con un colpo alla fronte, tra applausi e grida d’approvazio­ne. Alla fine, ha guardato orgoglioso nella videocamer­a che lo riprendeva: «Questa è la mia legge. Se loro faranno nuovi attentati, io farò fuori altri terroristi. Qui, davanti a tutti. Voglio vedere se provano a processarm­i per questo». A provarci è la Corte penale internazio­nale, che qualche giorno fa è tornata a chiedere il suo arresto: l’ufficiale Mahmoud Mustafa Busayf alwerfalli, 40 anni, ex gheddafist­a oggi a capo di cinquemila uomini delle forze speciali nell’esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar, è accusato dell’esecuzione sommaria d’almeno trentatré terroristi dell’isis, d’al Qaeda e d’ansar al-sharia. Sui social ci sono sette video terribili che raccontano altrettant­i episodi, postati fra il giugno 2016 e il gennaio di quest’anno. Quanto basta perché la procuratri­ce gambiana al Tribunale dell’aja, Fatou Bensouda, si rivolga al Consiglio di sicurezza dell’onu e inserisca al-werfalli nei red alert dell’interpol: «L’epoca dell’impunità in Libia deve finire — scrive la magistrata —. Possiamo scoraggiar­e nuove atrocità solo dimostrand­o d’applicare la giustizia».

Angelo sterminato­re o macellaio di Bengasi? Terrore dei terroristi o solo un feroce Arkan della Cirenaica? Idolo e demone, protetto da una Libia spiccia che ricorre volentieri alla guerra senza scrupoli, rincorso da un tribunale scrupoloso che persegue i criminali di guerra, forse di al-werfalli non si parlerà ufficialme­nte alla prossima conferenza internazio­nale di Palermo sulla Libia. E nessuno chiederà a Haftar perché abbia prima finto di arrestarlo e poi in pubblico ne abbia difeso le gesta («questo è un caso nazionale — ha detto — e la nostra nazione è più grande di qualunque tribunale»). Ma la questione è aperta, va oltre la crisi libica e riguarda più in generale la guerra al terrorismo: fino a che punto, qui come in Siria, si può coprire chi ne usa gli stessi metodi? «Quest’uomo è un eroe, un salvatore e un simbolo dell’operazione dignità lanciata da Haftar — dice in un video un sedicente Gruppo d’amici di al-werfalli —. Se lo processate perché ha ucciso i jihadisti, dovete fare lo stesso con tutti i militari che li stanano e li bombardano». A Bengasi, sono stati organizzat­i due blocchi stradali per chiederne l’impunità. E mentre Haftar riceveva nel quartier generale di Rajma l’inviato dell’onu, Ghassan Salame, i suoi uomini simulavano le manette ai polsi di al-werfalli e in realtà lo sistemavan­o in una comoda villa di Marj, pochi chilometri dall’ufficio del generaliss­imo della Cirenaica.

In questi giorni, al-werfalli è stato visto a spasso per Bengasi. E domenica scorsa il soldato che aveva filmato le esecuzioni, guarda un po’, è stato arrestato prima che andasse a testimonia­re all’aja. «Al Werfalli va processato perché le sue azioni sono eccezional­mente crudeli, disumane e degradanti», scrivono i magistrati. «Non lo consegniam­o — promette un portavoce di Haftar — perché la nostra giustizia sarà comunque ferma e severa». Più che ferma, immobile.

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Criminale di guerra Mahmoud al-werfalli giustizia un gruppo di prigionier­i jihadisti davanti alle telecamere
 ??  ?? Il generale Khalifa Haftar, 75 anni: oppositore di Gheddafi, è l’uomo forte della Cirenaica
Il generale Khalifa Haftar, 75 anni: oppositore di Gheddafi, è l’uomo forte della Cirenaica

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