Usa e getta
Per il dizionario Collins «single use» è la parola del 2018 Una conseguenza dell’allarme smaltimento di plastica e affini
Se davvero «i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo», come pensava il filosofo Ludwig Wittgenstein, il mondo di questi ultimi anni è un luogo deprimente. Il dizionario Collins della lingua inglese aveva scelto come parola — anzi, parole: due — del 2017 «fake news», le bufale che affliggono via social media, e non solo, il mondo dei media. E ieri è arrivata la scelta della parola del 2018, che anche in questo caso è doppia: «single use», cioè «usa e getta», la definizione dei prodotti non riciclabili (e, ovviamente, di conseguenza molto poco ecologici).
La verità sotto attacco — come ha detto preoccupato Barack Obama, «la fine di una base condivisa di fatti sui quali appoggiare le proprie opinioni» — e l’ambiente sotto attacco: il Collins non ha dubbi, ecco dove insiste il nostro linguaggio per descrivere e definire i limiti del nostro mondo, e del nostro presente.
Certo non è terrificante come la notizia, in prima pagina sulla maggior parte dei giornali mondiali, Corriere compreso, qualche giorno fa, che dal 1970 a oggi si sono estinte il 60% delle specie animali, ma «single use» come parola dell’anno è poco confortante perché evoca immagini di interi arcipelaghi di bicchieri e sacchetti di plastica galleggianti nell’oceano. La consolazione? Che dal 2013 a oggi, i curatori del dizionario hanno rilevato un uso quadruplo di questa espressione, segno che si sta almeno cercando di affrontare il problema.
Il resto della classifica? C’è «Metoo», «anch’io», che non poteva mancare dopo l’affermazione del movimento femminile antimolestie. C’è «Var» (video assistant referee), sigla notissima per chi segue il calcio — è il replay delle azioni controverse di una partita e meritevoli secondo l’arbitro di essere riviste prima di prendere una decisione.
C’è una parola dickensiana, coniata cioè dal romanziere Charles Dickens nell’ottocento, che è tornata a essere utilizzata nel 2018 grazie al dibattito sulla Brexit. Si tratta di «gammon», parola che descrive «un uomo corpulento, sicuro di sé, che si spaccia per patriota ma in realtà vuole nascondere il suo fondamentale egoismo e la sua corruzione». Un gammon è insomma, se- condo chi sostiene il Remain, un tifoso dell’uscita del Regno Unito dall’ue per motivi di xenofobia più che di genuino patriottismo. Ultima parola: «plogging» che viene dallo svedese ploka cioè correre raccogliendo contemporaneamente spazzatura, un passatempo ecologista che unisce i benefici personali dello jogging a quelli collettivi della pulizia dei parchi spesso lordati da persone scevre di senso civico, purtroppo presenti anche nel civilissimo Regno Unito. Meno elegante stilisticamente del dickensiano gammon, ma con lodevole bonus di attenzione all’ecologia.