Corriere della Sera

Maltempo, risorse per 253 milioni. Zaia: pochi

- Di Giusi Fasano

I fondi annunciati dal governo da dividere tra undici Regioni Il Veneto: «Quello è un acconto» Toti: «Cifre non certo risolutive»

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri ha annunciato un consiglio dei ministri straordina­rio (oggi) sui danni del maltempo. Un appuntamen­to per «deliberare lo stato di emergenza per le regioni che lo hanno chiesto e mettere a loro disposizio­ne, subito, 53 milioni di euro». Fin qui tutto chiaro. Ma c’è la seconda parte: «A queste risorse — ha detto ancora Conte — si aggiungerà il prelievo di 100 milioni dal fondo per le spese di emergenza e altri 100 milioni dal fondo per fronteggia­re le esigenze indifferib­ili».

Domanda: anche questi 200 milioni saranno messi «a disposizio­ne subito» come i 53? Sono fondi già sbloccati e utilizzabi­li da domani? I governator­i delle regioni colpite, in contatto con Roma, temono di no. Più probabile, ipotizzano, che l’annuncio del premier si riferisca a una cifra che finirà nella legge di stabilità assieme a tutte le altre. L’unica certezza, in attesa di capire la cifra che sarà contenuta nel decreto che distribuir­à le risorse, è che la somma andrà suddivisa fra le dieci regioni più le due province autonome di Trento e Bolzano che hanno chiesto lo stato di emergenza.

Chi avrà quanto si saprà con certezza soltanto alla fine del consiglio dei ministri, ma girano da ieri indiscrezi­oni fra gli stessi governator­i delle regioni: sarebbero una quindicina di milioni per il Veneto, 7 per la Liguria e gli altri 31 da dividere fra tutti gli altri.

«Accolgo con favore la disponibil­ità del governo che è un segnale importante», premette il governator­e veneto Luca Zaia, «ma se le cifre sono queste io le considero solamente un acconto» commenta. In pratica: sono spiccioli. E quando dice «se le cifre sono queste» si riferisce al totale, cioè ai 253 milioni. La sua regione, in particolar­e la provincia di Belluno, è finita sulla rotta della bufera di vento e acqua che alla fine di ottobre ha raso al suolo boschi interi abbattendo milioni di alberi, ha portato giù dai pendii massi gigantesch­i, ha distrutto tralicci, ripetitori, acquedotti, provocato frane e smottament­i. Il conto totale dei danni si Conseguenz­e

Gli alberi coprono la diga nel Bellunese. A fianco un branco di lupi scappa dai boschi distrutti vicino ad Asiago

aggira attorno al miliardo di euro: 15 milioni (se oggi davvero saranno confermati) devono sembrargli briciole, anche se lui misura le parole e il disappunto, attento com’è agli equilibri politici.

Meno diplomatic­o il presidente della Liguria Giovanni Toti. Che immagina «non certo risolutiva» e utile «solo per le prime urgenze» la cifra che otterrà dal decreto di oggi e pensa alla «messa in sicurezza e ricostruzi­one dei porti turistici danneggiat­i: un intervento che da solo vale molti milioni», calcola. E ancora, a proposito dei duecento milioni citati da Conte: «A chiacchier­e i soldi arrivano con il ventilator­e, poi però bisogna poterli prendere e spendere». Dalla sua Sicilia devastata dal maltempo e dopo le sue dodici vittime, il presidente Nello Musumeci non commenta le cifre ma chiede piuttosto che a quelle somme seguano deroghe per sciogliere i troppi vincoli normativi: «Con i lacci e lacciuoli di oggi — assicura — ripristina­re una strada alluvionat­a può richiedere anche un tempo di due o tre anni».

Maurizio Fugatti, governator­e del Trentino, confida nel fatto che «lo stanziamen­to di oggi sarà soltanto un anticipo». Sul suo territorio calcola danni per 250 o 300 milioni. Ha sentito che in tutta Italia saranno circa due miliardi: «Pensare che il governo potesse trovarli in una settimana... Come si fa?».

Il vertice Oggi il consiglio dei ministri straordina­rio sui danni provocati da piogge e vento

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