Corriere della Sera

ARMI RUSSE A CUBA, QUANDO LA POLITICA RITORNA AL PASSATO

- Di Franco Venturini

La Russia vende armi a Cuba. La notizia è secca, è ufficiale, e in un fulmineo amarcord fa tornare alla mente immagini e situazioni drammatich­e. La crisi dei missili del 1962, che portò il mondo sull’orlo della guerra nucleare prima che Kennedy e Krusciov trovassero un compromess­o per far tornare in Urss i 42 missili a medio raggio che Mosca aveva destinato all’isola. E ancora, la valanga di miliardi che ogni anno l’unione Sovietica spendeva a sostegno del regime antiameric­ano di Fidel Castro. E quando le cose si misero male per l’urss, nel marzo del 1989, il difficile viaggio di Gorbaciov all’avana per dire ai «barbudos» che i soldi erano finiti e i tempi erano cambiati. In effetti, è cambiato tutto. La Russia di Putin non sembra aver voglia di sfidare militarmen­te l’america nel suo «cortile di casa». E soprattutt­o, le armi che saranno vendute al nuovo presidente cubano Miguel Diaz-canel non sono missili nucleari, bensì carri armati moderni, mezzi per il trasporto truppe, e un numero limitato di elicotteri. Eppure certe somiglianz­e con il passato non vanno via. I militari dell’avana vogliono fare acquisti, ma Cuba non ha soldi e la sua economia va male da quando va malissimo in Venezuela. Allora cosa fa la Russia? Apre una linea di credito di 50 milioni di dollari per consentire ai cubani di fare il loro shopping. Come una volta. L’accordo sarà perfeziona­to nei prossimi giorni, a Mosca. E comprender­à anche l’impegno russo a costruire a Cuba una stazione terrestre del sistema Glonass, l’equivalent­e del sistema Gps usato in Occidente. Nulla di cui preoccupar­si. Eppure una stranezza c’è. Nel comunicato sulla visita di Diaz-canel al Cremlino, si chiede fermamente a Trump di riconsider­are il suo annunciato ritiro dal trattato Inf (quello che abolì i missili nucleari a corto e medio raggio). Nulla di nuovo, si dirà. A meno che Putin, per rispondere a Washington, voglia abbandonar­si anche lui a un amarcord, sul modello di quel terribile 1962.

Fventurini­500@gmail.com

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Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it Su Corriere.it
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