Bce, l’italiano Enria vigilerà sulle banche
Prenderà il posto della francese Nouy da gennaio. A Francoforte fino a ottobre con Draghi
Alla fine l’italiano Andrea Enria ce l’ha fatta: è stato designato dal consiglio direttivo della Banca centrale europea come prossimo presidente del Consiglio di Vigilanza bancaria. È stato preferito a Sharon Donnery, vice governatrice della Banca centrale irlandese. Enria prenderà il posto della francese Danièle Nouy, che termina il proprio mandato a fine dicembre, e lavorerà a fianco di Mario Draghi fino al prossimo ottobre, quando terminerà il mandato del numero uno.
Prima però sono necessari alcuni passaggi formali. Il 14 novembre ci sarà un’audizione all’europarlamento seguita da un doppio voto su Enria: quello della commissione Problemi economici e monetari, presieduta da Roberto Gualtieri, e quello della plenaria. Infine è necessaria la conferma del Consiglio dell’ue.
Il fatto che Enria, presidente dell’autorità bancaria europea (Eba) dal 2011, sia stato scelto per assumere la guida del Meccanismo unico di supervisione (Ssm) — l’organismo che deve salvaguardare la sicurezza e la solidità del sistema bancario europeo e valutare i crediti deteriorati nei bilanci delle banche — non era scontato. È vero che il suo nome era supportato da una lettera di raccomandazione dell’europarlamento in cui veniva sottolineata l’esperienza internazionale. È lui che ha gestito gli stress test bancari durante gli anni difficili della Grande Crisi, tuttavia da alcuni Paesi era considerato troppo moderato in quanto italiano. Ma non gli è stato risparmiato nemmeno il fuoco amico: infatti gli è mancato il voto del leghista Marco Zanni, coordinatore per il gruppo di estrema destra Europa delle Nazioni e delle Libertà, per risultare l’unico preferito durante l’audizione in commissione all’europarlamento il 23 ottobre scorso.
Zanni su Twitter aveva spiegato che «nessuno dei tre candidati (il terzo era Robert Ophèle, presidente della Consob francese, scartato in quella occasione, ndr) secondo noi garantiva la tutela degli interessi del sistema Italia. Avere il passaporto italiano non basta». Il presidente Roberto Gualtieri si era impegnato a creare un ampio consenso intorno al nome di Enria, che era stato votato anche dal M5S. Ma l’audizione, che partiva dalla short list presentata dalla Bce, era finita con un ex equo Enria-donnery. L’irlandese aveva dalla sua due fattori: il sostegno dei Paesi del Nord e della Germania, e il fatto di essere donna in un momento in cui le istituzioni europee stanno insistendo sulla gender parity.
Ma la partita sulla carica della Nouy apre il walzer delle posizioni che si libereranno nei prossimi mesi nella Bce, nella Commissione Ue e all’europarlamento, i cosiddetti top jobs della Ue. La Donnery alla Vigilanza avrebbe reso più difficile l’assegnazione a Philip Lane, attuale governatore della Banca centrale irlandese, del posto di capo economista della Bce che sarà lasciato libero dal tedesco Peter Praet (la Germania sta guardando alla guida della Commissione Ue e della Bce, incarico quest’ultimo che interessa anche a Parigi).