«Sull’ innovazione 400 milioni Ma l’europa investe molto di più»
Gli operatori al Deloitte Innovation summit: serve maggior coraggio
MILANO La ricerca e sviluppo capace di trovare soluzioni innovative a processi e prodotti? Difficile, ormai, trovarla in azienda. Nel senso che la velocità del cambiamento impone strutture troppo leggere e flessibili da poter essere gestite dall’interno. Meglio quindi cercare il futuro all’aperto. Meglio, dunque, fare open innovation. E finanziare, se non addirittura acquisire, le startup che nascono dal basso.
Imprenditori, manager e operatori di venture capital, moderati dal direttore del «Corriere della Sera», Luciano Fontana, e dal responsabile di «Corriere Innovazione», Massimo Sideri, si sono incontrati ieri a Milano durante i lavori del Deloitte Innovation Summit per lanciare un messaggio: serve più coraggio, da parte delle istituzioni ma soprattutto da parte della classe imprenditrice, perché o si crede – e si investono risorse importanti – nella digital transformation dell’economia, oppure il rischio è di rimanere indietro e accumulare un incolmabile ritardo rispetto ai competitor europei e internazionali. Lo dicono anzitutto gli operatori di venture capital: «C’è bisogno di uno sforzo comune molto serio – ha spiegato il fondatore di Innogest Claudio Giuliano – poiché se dai 120 milioni investiti dai fondi nel 2017 quest’anno supereremo i 400, nel frattempo tedeschi, francesi e britannici vanno al doppio della nostra velocità».
L’impressione, insomma, è che la cultura finanziaria dell’innovazione in Italia si stia finalmente sviluppando, ma in realtà il divario con i competitor vada allargandosi sempre più.
«Prima che sia troppo tardi – ha aggiunto il fondatore di 360 Capital Partners Fausto Boni – le imprese italiane devono rischiare di più, perché sono loro a possedere i capitali per trasformare le start up in nuove aziende di successo. Incredibile, da questo punto di vista, che non esistano incentivi pubblici all’acquisto di start up».
Il pubblico, appunto. Una specie di convitato di pietra a cui in molti ormai hanno smesso di guardare con troppa fiducia. «Basta aspettare politiche governative — è stato il ragionamento di Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte —. Il Paese ha le spalle sufficientemente larghe, e