Corriere della Sera

Addio Ilva, diventa Arcelormit­tal Italia «Piano di crescita»

- Michelange­lo Borrillo

L’acciaio italiano è pronto a cambiare marcia. Questo, almeno, è l’obiettivo dichiarato di Arcelormit­tal, la multinazio­nale che si è aggiudicat­a l’ilva e che ieri si è presentata alla comunità tarantina con un segnale di forte impatto: via l’insegna Ilva per fare spazio a quella della nuova denominazi­one, Arcelormit­tal Italia. Al di là dei cambiament­i di facciata, Matthieu Jehl, vice presidente e amministra­tore delegato di Arcelormit­tal Italia, ha annunciato un programma di svolta: nei profitti, nella produzione, nella sostenibil­ità ambientale. In poche parole, la vecchia Ilva deve adeguarsi ai nuovi parametri di Arcelormit­tal, rispetto ai quali «le performanc­e attuali mostrano un gap notevole». Che la multinazio­nale non può permetters­i, anche perché «è quotata in Borsa e la reputazion­e è fondamenta­le». Per questo, ha aggiunto Jehl, «dobbiamo riportare la profittabi­lità a un livello sostenibil­e, perché quest’azienda ha perso 20-25 milioni di euro al mese» negli ultimi anni. Per aumentare la profittabi­lità, la ricetta di Jehl prevede l’incremento della quota di prodotti ad alto valore aggiunto. Come? Sfruttando la leadership del gruppo nell’automotive. Ovviamente va incrementa­ta anche la produzione: «Attualment­e — ha spiegato l’amministra­tore delegato di Arcelormit­tal Italia — si attesta sui 4,5 milioni di tonnellate d’acciaio l’anno, ma contiamo di portarla a 6 milioni di tonnellate», una volta che a metà 2023 i piani ambientale e industrial­e saranno stati completati. Senza, però, la decarboniz­zazione tanto auspicata dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: «Non c’è sostenibil­ità aziendale se non lavoriamo sul carbone, ma ci impegniamo a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 15% con l’uso delle migliori tecnologie disponibil­i», grazie al «piano ambientale più ambizioso di sempre» con investimen­ti specifici pari a 1,15 miliardi (su complessiv­i 2,4), «circa mezzo milione al giorno».

E le assunzioni contestate dai sindacati per la selezione del personale da distaccare da Ilva in amministra­zione straordina­ria? «Se ci sono anomalie, parleremo con i sindacati per trovare una soluzione», ha concluso Jehl. L’appuntamen­to è già fissato: oggi pomeriggio al Mise.

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le migliaia di dipendenti (di cui 8.200 a Taranto) di Am Italia Il cambio Gli operai sostituisc­ono la storica insegna Ilva dello stabilimen­to di Taranto

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